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Juve senti Pjanic: “Il Derby d’Italia sarà un 50-50. Futuro? Amo l’Italia”

Miralem Pjanic, ex bianconero che Allegri riabbraccerebbe volentieri.

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Pjanic ha parlato del Derby d'Italia tra Juve e Inter. Poi sul suo futuro ha rivelato...

redazionejuvenews

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista della Juve Miralem Pjanic ha parlato del suo rapporto dell'Italia: "E' la mia seconda casa. Per farvi capire, l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale mi ha colpito, come se fossi italiano anche io. Mi manca, sinceramente, tornerei molto volentieri". La scorsa estate ci sono state voci di un ritorno in bianconero: "Due contatti ci sono stati, poi non abbiamo definito nulla e non per una questione economica. Per me non era una questione di soldi, anche ora vorrei essere importante in un progetto e vincere lo scudetto. Ho fame, esperienza, quasi 700 partite: penso di poter aspirare a obiettivi alti, no?".

E a proposito di obiettivi alti: Allegri dice che lo Scudetto non è più possibile. Tutte le critiche nei suoi confronti sono corrette? "A me tutte quelle critiche sembrano una follia - ha risposto secco Miralem. Io stimo molto Allegri, come allenatore e ancora di più come persona. Mi sembra la persona più giusta per la Juve e i risultati dicono che l’ha risistemata. Nessuno invece dice che sotto pressione è il più bravo. Un esempio? Inter-Juve 2-3 nel 2018. Venivamo dalla sconfitta col Napoli e si capiva che stavamo rischiando tanto. Allegri ha fatto un grande discorso, con tanta calma, ci ha rimesso a lavorare e noi abbiamo trasformato quella calma in forza".

Sul Derby d'Italia: "Per me è 50-50, ma può decidere anche Paulo Dybala. Credo che Allegri lo farà giocare dall’inizio. Paulo ha la testa da campione, si farà sempre trovare pronto. Rinnovo mancato? Ho scritto subito a Paulo quando l’ho saputo, perché per me è un amico, mi è sempre piaciuto giocare con lui. Gli ho scritto che è un grande campione e lui ha risposto “grazie, fratello, ti voglio bene”. Credo di capire come si senta, lui non si è mai tirato indietro anche se stava male, non ha mai scelto di non giocare per salvaguardare se stesso. Però capisco anche la società, che è stata molto chiara. Credo abbia scelto un progetto diverso, con calciatori più adatti a quell’idea".