Khephren Thuram, protagonista di una ottima prima stagione alla Juventus, ha parlato alla Gazzetta dello Sport toccando diversi temi, dal rapporto con i compagni alla sua integrazione in Serie A, passando per un curioso aneddoto sul proprio nome.
Tra campo e radici, Thuram si racconta
L’ex centrocampista del Nizza ha raccontato come si è ambientato al meglio nel calcio italiano, sottolineando l’importanza del gruppo nello sviluppo personale:
«Mi sono adattato bene perché ho compagni di squadra che mi hanno aiutato molto».
Sulla valutazione della sua prima stagione, però, non si sbilancia:
«Difficile dirlo adesso perché la stagione non è ancora finita. Per potervi dire se è stata positiva o no devo aspettare la fine del Mondiale per Club. In ogni caso siamo andati in Champions League, centrando l’obiettivo più importante».
Parlando poi del suo connazionale e compagno d’attacco Randal Kolo Muani, Thuram non ha dubbi sul valore del giocatore in prestito dal PSG:
«È uno dei migliori attaccanti del mondo. Va veloce e fa gol, corre per la squadra. Basta guardare le partite per rendersi conto quanto ci dà».
E sul futuro di Kolo Muani a Torino, ha risposto con sicurezza:
«Se lo sto convincendo a restare? Non c’è bisogno che io lo convinca, siamo la Juventus e tutti vogliono restare».
Infine, una parentesi personale sulla scelta del padre di dargli il nome Khephren:
«È il nome di un faraone dell’Antico Egitto, mio padre voleva ricordare che la civiltà è nata in Africa. È molto bello e io sono orgoglioso di portarlo».
