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Cuadrado: “Il nostro obiettivo adesso è la qualificazione in Champions League”

Juan Cuadrado

Cuadrado rivela che la qualificazione in Champions League è i principale obiettivo

redazionejuvenews

Juan Cuadrado, è tra i pochi giocatori a non essere impegnato con la nazionale (Colombia) per le qualificazioni Mondiali sudamericane. Per questo motivo è tornato a parlare della Juventus e della deludente stagione dei bianconeri. Il terzino, sempre più leader del gruppo, è intervenuto via web durante un incontro con il Liceo Scientifico e delle Scienze Applicate S. Anna. "Dobbiamo vincere queste ultime partite e cercare di stare nei primi posti per raggiungere la Champions. La finale di Coppa Italia è importante visto che siamo usciti dall'Europa", ha ammesso il giocatore.

Queste parole allontanano le speranze di Scudetto, già (quasi) matematicamente non vinto, soprattutto dopo la sconfitta contro il Benevento. Poi ha parlato anche dell'eliminazione in Champions League della Juve, Cuadrado sottolinea come vincere non sia mai facile o scontato: "È il calcio, la gente pensa sia facile ma non lo è mai. Quando non raggiungi un sogno non è perché sei scarso. Bisogna lavorare finché non ce la fai. Continueremo a farlo e sperare che tocchi a noi. Sono fiducioso che essendo una grandissima squadra potremo riuscirci".

Ai ragazzi dell'istituto superiore ha rivelato anche come ha vissuto il periodo in cui è risultato positivo al Covid-19: "È un momento particolare per tante persone. Noi come calciatori stiamo spesso fuori casa, io ho potuto conoscere meglio la mia famiglia e i miei figli. Anche se è stato difficile per molti, per me è stato bello. Il calcio? Non è lo stesso ma la cosa più importante è la salute. Anche i più giovani perché sono quelli che escono di più. L’effetto dello stadio vuoto è brutto, i tifosi sono la nostra carica. Ma siamo professionisti e dobbiamo cercare di fare sempre le cose nel migliore dei modi. Credo che piano piano potremo avere qualche tifoso allo stadio. Quando ho scoperto di essere positivo al Covid ero molto tranquillo. Ero asintomatico e potevo fare tantissime cose. È stato difficile perché vedere i miei compagni giocare e non potevo darli una mano. In quel periodo mi sono riposato fisicamente e spiritualmente. Ho sempre avuto il modo di allenarmi".