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Milan, Gazidis: “La Superlega è morta, ma i problemi rimangono inalterati”

Milan, Gazidis: “La Superlega è morta, ma i problemi rimangono inalterati”

L'amministratore delegato del Milan ha parlato

redazionejuvenews

Ivan Gazidis, amministratore delegato del Milan, ha parlato di Superlega ai microfoni del Corriere dello Sport: "La Superlega, per come era stata concepita, è morta. Tuttavia, i problemi che hanno portato a quel progetto rimangono inalterati. Tutti nel calcio, in particolar modo coloro che sono incaricati di regolamentarlo, devono riflettere seriamente sulle origini dei mali e su cosa si può fare – insieme – per ottenere un calcio migliore e sostenibile. Mi preoccupo quando si parla di vincitori e vinti, Non vedo vincitori. Mi auguro che non ci sia alcuna “rottura” (lo dice in italiano). Un processo si terrà alla Corte Europea di Giustizia, non sono un avvocato competente, ma il dialogo è sempre la soluzione più valida. Gianni Infantino ha detto qualcosa al riguardo, non mi faccia aggiungere altro… La gente parla di avidità. Il nostro club ha perso 200 milioni l’anno scorso. È forse da avidi provare a inseguire lo zero, il punto di pareggio? È da avidi affermare che saremmo felici se lo raggiungessimo? Perdere 200 milioni significa che qualcosa si è rotto. Non siamo un unicum, riguarda tutti".

 Il presidente della Juve Andrea Agnelli

A proposito di Juventus ha parlato di temi simili anche lo stesso Andrea Agnelli durante la conferenza di addio a Fabio Paratici: "Io per molti anni ho cercato di cambiare le competizioni europee dall'interno, ho fatto tutta la gavetta all'interno dell'ECA e della UEFA, abbiamo cercato di cambiare perché c'erano molti problemi anche prima del COVID. Il sistema concentra però tutti i poteri del calcio alla UEFA, che ha la responsabilità di tutto, anche quello di fare le regole. Questo è limitante. La Superlega è stato un grido di allarme, non un tentativo di colpo di stato, per un sistema che si indirizza verso l'insolvenza. L'accordo dei fondatori della Superlega era legato all'approvazione della competizione dalla UEFA, che da subito ha chiuso con termini offensivi, minacciando rappresaglie contro tre club che non hanno voluto piegarsi alla UEFA stessa. Conoscendo tutti in UEFA so che tutti non pensano le stesse cose, i ricorsi non mutano quello che è il nostro obiettivo, ovvero un dialogo con la UEFA per cambiare il calcio. Tutti gli investitori del calcio affermano che il modello va cambiato, i club che portano soluzioni vengono accusati e demonizzati. Juve, Real e Barcellona vogliono un cambiamento in meglio delle competizioni, e siamo sostenuti da molti addetti ai lavori".