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Cobolli Gigli: “Mercato? Dalla Juve non mi aspettavo di più. Allegri deve rilanciare Arthur, Berna e Rabiot”

Gianni Cobolli Gigli

L'ex presidente della Juve ha parlato

redazionejuvenews

Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juve, ha parlato ai microfoni di TMW Radio: "Non mi aspettavo nulla di più dalla Juventus finora, la situazione economico-finanziaria non permette particolari acquisti, c'è un costo dei calciatori particolarmente elevato in cui Ronaldo gioca la sua parte. Mi aspetto che con Allegri si sciolgano punti interrogativi su acquisti dell'anno scorso come Arthur, che spero si riprenda. Spero rispolveri Bernardeschi e dia il giusto posto ad altri, come Rabiot, per me troppo sottovalutato dalla critica. Cherubini? Non lo conosco, credo abbia un carattere forte.

 Federico Bernardeschi e Federico Chiesa

Il Paratici degli ultimi mesi mi aveva un po' deluso, con dichiarazioni un po' molli in televisione. Era evidente fosse destinato ad andarsene... Credo che Cherubini possa fare diversamente: è un pragmatico, con Allegri mi pare vada d'accordo. Serve un piglio diverso da Paratici. La determinazione con cui si va avanti per Locatelli dimostra che dentro la Juventus si sta attenti anche all'euro, adesso: fin qui sono andati avanti a suon di aumenti di capitale, e non è del tutto vero che la situazione attuale sia colpa del Covid.

Chiellini? Sono un suo tifoso, l'unico che apparteneva ancora alla mia Juventus. Gli telefonai, neanche si ricordava chi ero quasi... Si era infortunato, poi è tornato fuori e ha fatto cose incredibili all'Europeo. Ha dimostrato di poter ancora giocare, pur con le sue pause: è un elemento fondamentale per uno spogliatoio. In una Juventus diversa l'avrebbero fatto rinnovare di un anno, ma credo ad un gesto di speranza, fiducia e riguardo della Juventus. Dybala? Sarebbe l'ora che uscisse per tutte le sue potenzialità. Ad oggi è un grande giocatore, non ancora un campione: per farlo deve dimostrare e anche esser confermato, visto che il suo contratto è ancora in soffitto. Mi è piaciuta anche la determinazione con cui ha spiegato la posizione di Bonucci nelle gerarchie: gli attributi servono.