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Moggi torna su Calciopoli: “A quei tempi lo sport principale era odiare la Juve”

Il post su facebook dell'ex dg

redazionejuvenews

TORINO- Luciano Moggi, ex dg della Juventus, è tornato a parlare dell'argomento Calciopoli con un lungo post sul proprio profilo Facebook: "

"È passato tanto tempo dal giorno in cui Franco #Carraro fu eletto Presidente della #Figc. Sia io che #Giraudo avevamo deciso di appoggiare la sua candidatura e di questo ne parlammo con il dr. Umberto #Agnelli, il quale ci mise in guardia: "ma siete proprio sicuri di quello che fate? Quello (Carraro) porta avanti soltanto le cose che interessano a lui!" E non aveva torto il Dottore, considerando quello che è successo nel 2006 e visti i suoi comportamenti aventi per obiettivo la “salute” delle sole squadre che voleva lui.

Proprio ieri Carraro ha rilasciato una dichiarazione in radio tacciando di ARROGANZA la #Juventus per aver esposto il trentottesimo scudetto. Ci vuole un bel coraggio, dopo quanto è stato ordito ai danni di questa società.

Tra le altre cose sarebbe interessante ricevere lumi sull’incarico del dr. #Grillo come relatore di Cassazione in Calciopoli, che qualche anno prima era stato investito della carica di Giudice Sportivo dallo stesso Carraro. Come si può intuire una vera congiura contro la Juve, proveniente purtroppo dai Palazzi del Potere.

Dava e dà ancora fastidio la forza dei bianconeri, che vincono ininterrottamente da 9 campionati, e nessuno ha ancora capito che vinceranno ancora tanto almeno fino a quando non saranno restituiti i due scudetti scippati con la FARSA di calciopoli. Perché la guardano dal cielo l’Avvocato e il Dottore.

La parte dei cecchini l’hanno recitata due carrieristi, entrambi residenti a #Roma e vicini all’ambiente calcistico locale, dove lo sport principale era ODIARE LA JUVE: il PM Luca Palamara e il maggiore dei Carabinieri Attilio Auricchio.

Luca #Palamara, sul quale #Cossiga ebbe espressioni da querela (che mai ci fu, e adesso si capisce il perché) a "Non è l’Arena" di Giletti ha ammesso addirittura di essere arrivato rapidamente all’apice della carriera GRAZIE A CALCIOPOLI.

Questo magistrato, sconosciuto al tempo, aveva capito che il calcio gli avrebbe dato notorietà, e in ragione di ciò non si è trattenuto dal massacrare persone innocenti (tentativo peraltro fallito, basti guardare l’esito del processo #GEA).

Non sto a dilungarmi sulla fine fatta da Palamara per mano dei suoi stessi colleghi: espulso per le sue malefatte che, a partire dal 2006, hanno distrutto carriere e famiglie intere. E il sottoscritto ne porta ancora il segno.

L’altro, il maggiore dei carabinieri Attilio #Auricchio, molto vicino ai dirigenti romanisti, che in passato era già stato sanzionato dalla “Commissione di secondo grado per i provvedimenti disciplinari a carico di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria”, per aver modificato in altro processo l’essenza di intercettazioni (Sentenza in Roma 27.06.2001). Ma come dice il proverbio per cui "il lupo perde il pelo e non il vizio", fece di peggio in #Calciopoli, tagliando i pezzi delle intercettazioni a suo piacimento. Basta guardare quella che riguarda la telefonata tra il sottoscritto e Diego della Valle, allora patron della Fiorentina, subito dopo Fiorentina-Milan del 30 aprile 2005".