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Simeone: “In campo senza spirito giusto. Alla Juve non puoi regalare nulla”

Giovanni Simeone

Le dichiarazioni dell'attaccante argentino

redazionejuvenews

Una tripletta di Cristiano Ronaldo è bastata alla Juventus per superare il Cagliari alla "Sardegna Arena" nella serata di ieri. Tre reti in mezz'ora per il fuoriclasse portoghese, che si conferma così sempre più leader della classifica marcatori, regalando tre punti ai bianconeri fondamentali per la classifica. Tre risposte alle critichepiovute negli ultimi giorni, che consentono ai campioni d'Italia in carica di rispondere all'Inter capolista, vincitrice per 2-1 in casa del Torino, blindando così il terzo posto a quota 55 punti, ad una sola distanza dal secondo posto occupato dal Milan.

Dal canto suo, il Cagliari raccoglie la prima sconfitta in gare ufficiali dall'arrivo in panchina di mister Leonardo Semplici. I rossoblù, nel primo tempo, non hanno mai dato l'impressione di poter mettere in difficoltà l'avversario, finendone anzi in balia e subendo i tre gol poi risultati decisivi. Meglio nella ripresa, quando la Juve ha abbassato i ritmi anche per via della fatiche di coppa. Giovanni Simeone, attaccante che contro i bianconeri sembra avere un conto aperto, è riuscito a trovare la rete della bandiera, sbloccandosi così dopo mesi e mesi di diugiuno sotto porta. Intervenuto ai canali ufficiali della società sarda, l'attaccante argentino ha così commentato la sconfitta:

"Non siamo riusciti a mettere in campo lo spirito giusto che serviva per affrontare una grande squadra come la Juventus, né a tramutare sul campo ciò che avevamo preparato in settimana. Purtroppo non puoi regalare nulla alla Juventus, men che meno in un momento come questo dove dobbiamo lottare palla su palla, partita dopo partita, per continuare la nostra rincorsa. Abbiamo sbagliato il primo tempo, nella ripresa si è visto un Cagliari migliore col giusto mordente, ma non è stato sufficiente. La Juventus sa giocare a calcio, non era pensabile che fossero scossi o meno brillanti solo perché venivano da una delusione europea".

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