Intervistato a 1 Football Club, Fabio Viviani ha parlato dell’esonero dell’allenatore Thiago Motta dalla guida tecnica della Juventus. Ecco le sue parole: “La Juventus ha un DNA ben preciso, costruito in oltre cento anni di storia. Mi viene da pensare che questo influisca fortemente. È lo stesso discorso che si potrebbe fare per il Real Madrid. Sono squadre con una propria identità, una storia vincente, e anche con giocatori particolari. Per questo, a volte, è più complicato cambiare filosofia. Quest’anno, in particolare, si era cercato di cambiare, di ringiovanire, ma per fare questo serviva tempo, che a Thiago Motta non è stato dato. A Torino, però, il tempo non lo danno a nessuno: arrivare secondi, per la Juventus, è già un problema. Le pressioni sono immediate”.
Viviani: “Fare l’allenatore non è neanche un lavoro. Fare l’allenatore è un’altra cosa”

Inoltre, sulla sempre maggiore tendenza a evitare il ruolo di allenatori di calcio, il tecnico ha commentato: “Fare il calciatore, per me, non è neanche un lavoro. È la cosa più bella del mondo, la passione più bella. Chi riesce a farlo è un privilegiato: rendere lo sport la propria professione è un sogno. Anche quelli che vengono chiamati ‘sacrifici’ in realtà non lo sono, perché fanno parte di ciò che sei.
L’allenatore, invece, è tutta un’altra storia. Non è un ruolo adatto a tutti. Cambia completamente il modo di vedere le cose e la quotidianità. Il calciatore si allena, cura sé stesso, ha una routine precisa. L’allenatore, invece, se riesce a dormire la notte, è già tanto perché pensare a venticinque teste, più i dirigenti, il presidente, i tifosi… Anche dal punto di vista emotivo, è molto più semplice. Se l’allenatore è fortunato, la cosa più semplice che ha da fare è andare in campo. Quella è la parte bella, quella che ama. Il resto è molto più impegnativo: devi preparare l’allenamento, pensare all’avversario, alla partita passata, gestire la rosa, i dirigenti, i giornalisti… Tante, tantissime cose. Ripeto: se riesci a dormire, è già un lusso”. Leggi anche la parole di Cesare Prandelli su Thiago Motta <<<