In una lunga intervista ai taccuini de La Gazzetta dello Sport Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma, ha commentato in questo modo il sempre più possibile arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus. Di seguito l’intervista completa:
Perché considera Spalletti l’uomo ideale per il post Tudor?
“Perché alla Juventus, nella situazione attuale, non basta un allenatore che faccia le cose per bene”.
Cioè?
“I bianconeri hanno bisogno di qualcosa di più e Luciano è il genio ideale per risollevarli. La Juventus ha carenza di leadership in campo. Quando mancano i trascinatori, c’è bisogno di un gioco evoluto per azzerare i problemi. Adesso non basta fare le cose benino. Non ho parlato con Spalletti ma se questa dovesse essere la scelta del club, Luciano sarebbe l’uomo giusto al posto giusto e nel momento ideale. La Juventus ha bisogno di Luciano e Luciano della Juventus”.
Cosa può essere la Juventus per Spalletti?
“Morfina pura”.
Addirittura…
“Luciano sta soffrendo fisicamente per il fallimento con la Nazionale, non si dà pace. Il dolore che gli ha procurato l’esperienza azzurra non è da aspirina, ha vissuto ogni giorno a Coverciano con spirito patriottico. Spalletti, per lenire il dolore, ha bisogno di morfina in dosi industriali e la Juventus può rappresentare quello per lui. Un’occasione ideale e imperdibile tanto per il club quanto per Luciano, un matrimonio perfetto”.
Spalletti è a prova di algoritmi (di Comolli)?
“Parliamo di un allenatore che appena tre anni fa ha conquistato uno scudetto proponendo un gran gioco: il suo Napoli era un’espressione calcistica futuribile e visionaria. Non servono gli algoritmi per capirlo, però sono convinto che anche i numeri lo certifichino. Io non sono un appassionato di statistiche, ma sia chiara una cosa: al mondo d’oggi bisogna convivere e sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale anche nel calcio. Non innovarsi sarebbe un po’ come continuare a scrivere con la penna d’oca”.
Il bel gioco di Spalletti si sposa con il dna juventino del “vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”?
“Giocare bene aiuta a produrre le vittorie. Ogni squadra deve essere euforica tecnicamente. O disperata”.
Totti ha vinto la Scarpa d’oro con Spalletti, Icardi (Inter) e Osimhen (Napoli) la classifica dei cannonieri di Serie A: basterà il tecnico toscano per risvegliare sotto porta David (un gol), Vlahovic (4) e Openda (zero)?
“Quello di Spalletti è un gioco generoso, vantaggioso per gli attaccanti. Icardi all’Inter viaggiava alla media di quasi un gol a partita, idem Osimhen. Luciano arriva sempre in area con 5-6 giocatori e linee di passaggio precise. David tornerà a segnare con i ritmi del Lilla. E Vlahovic si esalterà”.
Vlahovic è in scadenza: lei come lo gestirebbe?
“Facendolo giocare ogni volta. Adesso per la Juventus contano le partite e la qualificazione alla prossima Champions, non il futuro. E Vlahovic fino alla fine può dare una grossa mano”.
Come immagina Yildiz nel gioco di Spalletti?
“Me lo immagino incontenibile. È un talento favoloso, giovane ma già decisivo ai massimi livelli. Yildiz può essere quello che Kvaratskhelia è stato per il Napoli dello scudetto di Spalletti. Non tanto per caratteristiche, che sono diverse, ma per impatto sulla squadra e sulle partite”.
A parte Yildiz, chi sono i giocatori più “spallettiani” nella rosa bianconera?
“Spalletti è l’esaltazione del bello e anche del volume di gioco: tutti i giocatori ne traggono vantaggio. Sono convinto che Koopmeiners si rilancerà con Luciano. Se proprio devo trovare un pelo nell’uovo, magari alla Juventus serviranno maggiori opzioni a centrocampo. Però…”.
Però…
“Non mi piace dare consigli da fuori, non voglio sembrare maleducato”.
Se domani la ingaggiasse un club ricchissimo, per quale giocatore della Juventus chiederebbe una follia al suo presidente?
“Sicuramente per Yildiz, ma sono consapevole che non si tratti di una scelta originale: il turco vale moltissimo. Ho un debole anche per Conceiçao: la tattica è importante, però quando guardo una partita mi esalto per le sterzate e gli uno contro uno del portoghese”.
Tudor è stato esonerato dopo 8 partite senza successo, tre sconfitte consecutive (Como, Real Madrid, Lazio) e quattro gare senza segnare. La principale colpa del croato?
“Tudor ha trasmesso senso di appartenenza, dna Juve e carattere. Non penso che abbia sbagliato, semplicemente la squadra non è decollata. È rimasta in pista, capita”.
Il club chiederà a Spalletti di rivalutare gli acquisti estivi poco utilizzati da Tudor: sensazioni?
“Vi racconto un aneddoto del periodo di Spalletti alla Roma. Un giorno viene nel mio ufficio e mi dice: “Walter, lo sai che abbiamo un campione?”. E io: “Luciano, chi è?”. Si riferiva a Emerson Palmieri, in quel momento in prestito dal Palermo e poco più che un aggregato. Spalletti lo ha fatto decollare e in seguito Emerson ha giocato nell’Italia e vinto tutto con il Chelsea”.