PALERMO, ITALY - SEPTEMBER 24: Haitam Aleesami (L) of Palermo and Lobo Silva Alex Sandro of Juventus compete for the ball during the Serie A match between US Citta di Palermo and Juventus FC at Stadio Renzo Barbera on September 24, 2016 in Palermo, Italy. (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)
In un’intervista rilasciata ai taccuini di Tuttosport Haitam Aleesami, calciatore norvegese ex Palermo e attuale difensore del Bodo/Glimt, ha parlato della prossima sfida di Champions League contro la Juventus. Di seguito le sue considerazioni sulla gara contro i bianconeri:
Haitam Aleesami, cosa ricorda degli anni di Palermo?
“Bellissima città, ho vissuto divinamente lì. Si mangia bene, i tifosi sono caldissimi e allo stadio c’è un’atmosfera magica indipendentemente dalla categoria. Stavo a Mondello, mi sono goduto il mare”.
Il duello Norvegia-Italia, a livello calcistico, ha messo a nudo tutte le nostre difficoltà. Ma ci sono davvero sei gol di scarto tra noi e voi?
“Nel primo tempo di San Siro l’Italia ha giocato molto bene, è difficile capire le differenze che non riguardano esclusivamente il campo. Sono i giocatori che fanno la differenza: noi abbiamo un killer d’area come Haaland, ma anche gente come Nusa e Bobb. In Italia ci sono pochissimi giocatori capaci di saltare l’uomo. A Oslo vi è mancata intensità, si vedeva la stanchezza degli azzurri. E poi c’era il caso Acerbi, anche qui se n’è parlato. Ma la differenza tra voi e noi è una soltanto…”.
Quale?
“Noi siamo ossessionati dalla prestazione. Pensiamo solo al modo di vincere, alla strategia, a migliorare ogni giorno le performance. Voi pensate solo al risultato, non vi schiodate da questo”.
Quali giocatori l’hanno impressionata in Serie A?
“Raramente ho visto una squadra giocare meglio del Napoli di Sarri. Mertens e Insigne mi lasciarono a bocca aperta, così come Hamsik. Ma da juventino penso alla squadra di Allegri: quanti campioni, da Buffon a Higuain. Un gruppo irripetibile per certi aspetti”.
Prima trasferta in Serie A per lei: 1-1 contro l’Inter di De Boer a San Siro.
“Me la ricordo bene, che clima a San Siro. Lì ho capito di aver realizzato un sogno. Ballardini venne cacciato poco dopo e arrivò De Zerbi, l’uomo che mi ha cambiato la vita”.
Spieghi meglio.
“È stato il miglior allenatore della mia carriera, mi ha insegnato tanto a livello calcistico e umano. Lavora sui dettagli come nessun altro. Mi ha dato coraggio, mi ha regalato consapevolezza, con lui sono cambiato. Quando smetterò vorrei fare il suo stesso percorso: non lo ringrazierò mai abbastanza”.
Il Bodo Glimt ormai è una realtà in Europa. Qual è il vostro segreto?
“Il focus sulla prestazione e mai sui risultati, così come in tutta la Norvegia. Solo così si può giocare con la testa libera, soltanto in questo modo i giovani possono crescere senza fretta. E poi, rispetto all’Italia, qui i club hanno meno persone con potere decisionale: ognuno ha i propri ruoli”.
Quali giocatori deve temere la Juve?
“Sjøvold e Bjørkan, i nostri due laterali difensivi. Ma anche il nostro play Berg: ormai sono profili internazionali”.
In Italia ha avuto il compianto Maurizio Zamparini come presidente.
“Sbranava gli allenatori, ma era un vero gentleman: l’ho sempre visto col sorriso stampato sul viso. Non era l’unico, però, ad avere poca pazienza con gli allenatori”.
Le manca l’Italia?
“Un po’ sì. Ma ci tornerò per iniziare il mio percorso da allenatore”.
Ci racconta come si sviluppa la vita di un giocatore a Bodo.
“A Palermo tra primavera ed estate ci si allenava alle 18. Qui colazione alle 9.15, un’ora dopo riunione e poi un’ora e un quarto in campo, non due ore come in Italia. Qui ci si allena con un’intensità diversa: si lavora meno, ma meglio sul piano fisico. E dopo pranzo abbiamo la giornata libera”.
È più difficile preparare la partita contro la Juve dopo il cambio di allenatore?
“Abbiamo visto persino le partite contro Toro e Cremonese. Hanno ancora dei punti deboli, ma il loro modo di stare in campo per noi sarà un’incognita. Li scopriremo. Speriamo di poter contenere giocatori come Yildiz e Conceição. E anche Vlahovic sarà un serio pericolo: dovremo tenerlo a bada”.
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