JuveNews.eu
I migliori video scelti dal nostro canale

news

Birindelli: “Alla Juve molta confusione, la squadra ha dei grossi blackout”

Alessandro Birindelli in azione ai tempi della Juventus

L'ex calciatore ha parlato

redazionejuvenews

L'ex calciatore della Juventus Alessandro Birindelli ha parlato intervistato dai microfoni di Radio Bianconera: "Alla Juve c’è molta confusione, secondo me una società come quella bianconera deve uscire allo scoperto e se vuole difendere Pirlo deve farlo con un po’ più di forza. Devono assumersi le proprie responsabilità e non possono nascondersi dietro ai nove anni di successi. Non andare in Champions sarebbe un fallimento. Quello che è mancato a questa squadra non è la qualità, ma ha dei blackout che rischiano di farla perdere contro chiunque".

Il calciatore ha rincarato la dose ai microfoni di Gianlucadimarzio.com: "Innanzitutto, e mi dispiace, non la chiamerei la Juve di Pirlo. Ritengo Andrea il meno responsabile di questa annata. La squadra non ha identità, non l'ho mai vista aggredire le partite, le manca un'ossatura. Negli ultimi due-tre anni sono stati commessi errori a più livelli, è capitato che l'allenatore venisse scelto dopo i giocatori e che questi non fossero compatibili con le idee di chi stava in panchina. Penso alla scelta di Sarri. Questo è indice di confusione in società: può sbagliare anche chi ha vinto tanto, e prendersi le responsabilità. Ronaldo? Parliamo di un giocatore fuori dal normale, ma anche di un accentratore. Se l'idea è iniziare un progetto a lungo termine, con giocatori più giovani, Ronaldo non è utile."

"Addio al calcio? Ho fatto delle riflessioni. Probabilmente parlo una lingua diversa rispetto alle persone con cui mi devo rapportare, non avverto il giusto feeling. Non voglio fare polemica, ma la mia progettualità e il mio modo di intendere questa professione, non coincidono con almeno l’80% delle dinamiche delle società di calcio attuali. Mi pesa tantissimo lasciare il mondo del calcio, perché ho fatto tanti sacrifici per arrivare e affermarmi come giocatore. Vengo da una scuola, come quella di Empoli, che mi ha formato non solo come calciatore, ma soprattutto come uomo. Ho avuto la grande fortuna di avere educatori prima che allenatori, che mi hanno insegnato rispetto e valori oggi sconosciuti".