Intervistato per il Corriere dello Sport, Alessandro Calori è ritornato sullo storico gol in Perugia-Juventus che determinò lo Scudetto a favore della Lazio. Ecco le sue parole: “Sono stato premiato e partecipai alla festa “Di Padre in Figlio” organizzata all’Olimpico. L’affetto dimostrato dai laziali in tutti questi anni mi ha colpito e mi fa piacere. Faccio l’allenatore, nutro una simpatia naturale per la Lazio, ho lavorato anche con la Primavera. Certo il calcio è così. Vengo ricordato per il gol alla Juve. Sembra di rimanere in una nicchia. Un po’ come l’urlo di Tardelli al Bernabeu. Penso che quel gol abbia segnato un’epoca e avuto un significato più ampio. Una roba incredibile. In dieci minuti cadde l’acqua che non viene giù neppure in un mese. La partita riprese dopo un’ora e un quarto di stop”.
Calori: “La Juve si è fatta prendere dall’ansia dopo il mio gol”
L’allenatore ha proseguito: “La Juve rimase condizionata dal nubifragio. Il primo tempo si era chiuso sullo 0-0. Le parate di Mazzantini, Pippo Inzaghi fallì un paio di occasioni. Avevano fretta di segnare, si fecero prendere dall’ansia e dopo il mio gol rimasero in dieci per l’espulsione di Zambrotta. Il mio gol? Cross da sinistra di Rapajc. Saltai di testa. Respinta di Antonio Conte. Stoppai di petto e calciai di esterno collo destro”. Leggi anche le parole di Luciano Moggi su Perugia-Juventus <<<