In una lunga intervista rilasciata ai taccuini di Tuttosport Lianne Sanderson, ex calciatrice bianconera, ha parlato della prossima gara di Champions League femminile che attende la Juventus Women, vale a dire la sfida contro il Manchester United, prevista domani alle ore 21. Di seguito l’intervista completa:
“Seguo sempre con attenzione la Juventus, ovviamente, da ex: la partita allo Stadium con il Manchester United all’ultima giornata sarà complicata e l’altra partita interessante della giornata è Chelsea–Wolfsburg, perché entrambe potrebbero lottare per entrare tra le prime quattro e ottenere l’accesso diretto ai quarti”.
Il livello è il più alto di sempre, nella Champions femminile?
“Sì, penso di sì. Il nuovo format con 18 squadre ha creato un po’ di scetticismo all’inizio, ma ora la gente è entusiasta. Stiamo vedendo partite come Chelsea-Barcellona, Arsenal-Real Madrid, Bayern-Barcellona già nella fase a gironi, match che prima vedevi solo nelle fasi finali. Anche squadre come Vålerenga, St. Pölten, Twente stanno crescendo e riescono a pareggiare contro grandi club. Barcellona e Lione restano le due squadre di riferimento, ma anche il Manchester United sta facendo una stagione straordinaria, a parte la partita contro il Wolfsburg“.
La favorita per alzare il trofeo?
“È difficile, perché prima dell’inizio della stagione avevo detto che il Chelsea doveva vincerla, senza se e senza ma, per via del mercato e degli investimenti. Ma guardando il gioco espresso finora, le migliori squadre sono state Barcellona e Lione. Se la finale fosse domani, direi che vincerebbe il Lione“.
Prima o poi una squadra italiana vincerà la Champions? E se sì, quando?
“Ricordo che nel mio primo anno alla Juventus l’obiettivo era chiarissimo: vincere la Champions League. Poi il progetto è un po’ cambiato, con meno turnover di giocatrici. La Roma ha vinto il campionato due stagioni fa con Alessandro Spugna, che è un mio grande amico. Però il calcio femminile in Italia è diventato professionistico solo da pochi anni: Juventus e Milan hanno fatto da apripista, il campionato è più competitivo, ma penso che un club italiano sia ancora un po’ lontano dal vincere la Champions“.
Che ricordi ha del periodo a Torino?
“Ero infortunata quando ho firmato, e sarò sempre grata alla Juventus per avermi preso comunque. Mi allenavo in palestra con Allegri, Buffon, Higuain: la squadra maschile mi ha trattata benissimo. Uno dei miei ricordi più belli è stato l’arrivo di Cristiano Ronaldo, il mio giocatore preferito di sempre. Guardavo ogni allenamento e ogni partita, anche sotto la neve. Amavo vivere a Torino, soprattutto d’estate. Lì il calcio è una religione, soprattutto la Juventus. I tifosi sono stati sempre molto gentili con me e ne sarò sempre grata. Dal punto di vista calcistico non è andata come avrei voluto, se devo essere onesta. E penso che se Joe Montemurro fosse stato allenatore in quel periodo, avrei avuto un’esperienza diversa. Ma Stefano Braghin è stato fantastico con me come direttore e sarò sempre grata al club per aver investito su di me in un momento difficile“.
Grazie anche alla copertura tv su Disney+, la Champions femminile è ancora più popolare.
“Il fatto che tutte le partite siano trasmesse in diretta è incredibile. Posso rivedere subito highlights e partite senza aspettare giorni. Lavorare con loro è fantastico: ci sono ex compagne, grandi commentatori e una produzione enorme“.
Cosa si può fare per migliorare i diritti delle calciatrici?
“A livello globale la situazione sta migliorando, ma ci sono ancora grandi differenze tra paesi. Negli Stati Uniti il calcio femminile è molto avanti, in Inghilterra anche. In Spagna e in Italia c’è ancora tanto lavoro da fare sull’empowerment delle donne. Spero di aver contribuito a cambiare mentalità viaggiando e giocando in questi paesi: siamo in una situazione migliore rispetto al passato, ma c’è ancora molta strada da fare“.