TORINO – L’allenatore del Sassuolo, Roberto De Zerbi, ha parlato ai microfoni di Sportitalia circa vari temi tra cui l’emergenza coronavirus e la prossima stagione: “Si può riniziare a giocare in futuro? Io sono per il ritorno a giocare a patto che ci siano le condizioni di salute, a patto che si possa continuare senza mettere a repentaglio la salute di nessuno. Chi fa calcio muove interessi economici e di altro tipo, il calcio non è solo uno sport. Prima comincia, prima torna tutto alla normalità. L’emergenza nel bresciano? Quelli che escono sono numeri non reali, le stime parlano del triplo dei morti indicati. E’ una tragedia, una città colpita battuta da ambulanze ed elicotteri per tutto il giorno. Oramai andrà tutto bene non si può più dire, sono morte troppe persone, speriamo passi alla svelta. Come riparte il calcio italiano? E’ un argomento che va oltre le mie competenze. Mi limito a dire cose già dette: sono fortunato perché faccio parte di una società particolare, il Sassuolo ha uno stadio di proprietà. Nell’ultimo mese ci sono state cose che non mi sono piaciute: mi sembra che qualcuno abbia cavalcato troppo questa situazione per interessi personali. Mi spiace, si tende sempre a fare demagogia: io ho fatto il calciatore e sto facendo l’allenatore, il calciatore non è come lo si vuol dipigere. Siamo di fronte ad un momento di crisi, un passo il calciatore dovrà farlo perché serviranno dei sacrifici. Ma poi bisogna affrontare altre questioni e mi è piaciuto il discorso che stanno facendo in Inghilterra: dove andranno quei soldi eventualmente tagliati dagli stipendi? Bisogna pensare a tutto il sistema. Non si troveranno chiusure da parte dei calciatori in questo senso, loro hanno un cervello. Detto questo, non capisco perché fino al’1 marzo si doveva giocare a tutti i costi e adesso da più parti si tende a voler chiudere il prima possibile il campionato. Il mio futuro? Non so, per adesso non ci penso. Rinnovo? Ragiono come se dovessi stare ancora a lungo al Sassuolo, ma gli allenatori non possono mai fare progetti lunghi. Oggi ci sono, domani chissà… La settimana scorsa ho parlato con qualche giocatore pensando già alla stagione prossima, quindi immaginandomi al Sassuolo. Poi quello che verrà non lo sa nessuno. Non devo nascondere niente, io a Sassuolo mi diverto veramente perché allenare tanto talento in una squadra non è una cosa facile da trovare. Dipendesse da me, non sarebbe così semplice andare via. Il ruolo di Boga? Attaccante esterno a sinistra, negli ultimi anni vede più la porta, gioca più col compagno e attacca più lo spazio, la profondità. Secondo me ha margini per imparare a giocare anche dentro il campo. Nell’uno contro uno, nel mondo, non ne trovo tanti meglio di lui. Ritorno al Chelsea? Questo non lo so, nel calcio non c’è solo l’uno contro uno. Ha fatto 8 gol, dovrebbe chiudere ogni stagione a 14-15. Nel calcio esistono anche i gol brutti, da opportunista, lui fa solo gol belli. Per questo gli servirebbe restare ancora al Sassuolo, per poi diventare un giocatore da Chelsea, da Mancheste United, da Juventus”.
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