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Morata: “Siamo tornati ad essere Juve, a Torino sto molto bene”

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Il calciatore della Juventus Alvaro Morata ha parlato intervistato dai microfoni di DAZN nell’ambito del nuovo format 1vs1: “Ci sono stati tanti momenti nella stagione, le valutazioni si fanno sempre quando prendi le valigie e vai a casa. Ci sono stati tanti momenti della stagione, ma capisci la differenza quando certi episodi stanno tra la vittoria e la sconfitta. Abbiamo fatto tanto come gruppo, siamo tornati a essere Juve, ci sono cose da guardare positivamente per il futuro”.

Non ci sono rimpianti, sono state 2-3 mini stagioni in una sola. L’importante è quanto si sta facendo, cos’abbiamo in testa e per il futuro. Non serve lamentarsi, alla fine del campionato, quando andremo via, vogliamo giocare anche una finale di Coppa Italia. Quando smetti, le foto con le coppe contano tanto. Abbiamo l’opportunità di vincere e si dà per scontato tutto, ci sono campioni che non ne hanno vinte tante”.

Tutti i giocatori della Juve si giocano il futuro, in ogni allenamento e partita. La Juventus ha una coda lunghissima di chi vuole essere qui. Normale essere giudicato ogni partita, io do tutto per vincere, per i compagni, per i tifosi. Mi sento molto bene alla Juve. Non chiedete a me le altre cose, sono contento di essere qui, di arrivare alla Continassa, i miei figli mi chiedono l’inno della Juve ogni mattina. Sono felice, sarei più felice se facessimo una foto con la coppa”.

Tevez? A Carlos ho detto che lo ringrazio, ho parlato con lui tante volte. Lui in parte mi ha reso calciatore, sono arrivato a 21 anni, dal Real, con poca esperienza. Mi ha guardato un po’ di volte male, quando calciavo e non gliela passavo. Poi è diventato per me uno dei più forti di sempre. Aveva qualità, tecnica, ti buttava un muro a terra o te lo costruiva in 5 minuti. Per me ci saranno pochi così nella storia. Vinceva la partita da solo o si caricava la squadra sulle spalle. Mi ha detto che era meravigliato dal mio gioco: non pensava potessi avere il fisico per giocare a sinistra. Poi abbiamo parlato dei gol, dei bambini, di tutto. Lo sa che io gli sarò grato per sempre, per quell’anno fatto con lui. C’è il rimpianto con il Barcellona, forse c’era un rigorino e oggi avremmo una Champions… ma la vita è così!”.

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