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ESCLUSIVA / Marocchino: “Juve, mettiti l’anima in pace…”

Juventus-Milan si avvicina, con emozioni e adrenalina esponenziali, in virtù del fascino che deriva dalla sfida in sè, ma anche dalle ambizioni europee di entrambe le squadre. In merito a ciò, la nostra redazione ha intervistato telefonicamente in esclusiva Domenico Marocchino, ex calciatore bianconero (1979-1983).
Domanda scontata, quasi di rito. Che tipo di partita prospetti?
“Mi aspetto una partita tra due squadre un po’ acciaccate, anche psicologicamente. Obiettivamente la Juve, tra punti in più e in meno, non è che stia al massimo. Forse i rossoneri partono avvantaggiati”.
Hai fatto riferimento alle difficoltà psicologiche derivate dalla penalizzazione, che ha influito sull’andamento del campionato della Juve. In relazione a ciò, Allegri merita di essere riconfermato alla guida del club sabaudo?
“Sì, lo merita. Ha dovuto gestire una situazione difficile, mai vista nella storia. Pogba, grandissimo calciatore, non ha praticamente mai giocato! In più è arrivato anche in semifinale di Europa League, oltre ad aver lanciato tanti giovani dal vivaio. Si parla tanto di quanto siano bravi gli altri, ma avrei voluto ben vedere allenatori diversi nella sua stessa situazione”.
Da quali fondamenta dovrebbe ripartire la nuova Juve di Allegri, seguendo la tua tesi?
“Bisogna mettersi l’anima in pace. Il budget è quello che è. L’obiettivo del prossimo anno dovrà essere entrare nelle prime cinque in classifica e lanciare altri giovani, come è avvenuto con Miretti, Fagioli, Iling e Soule”.
Come ti spieghi il calo di rendimento di Vlahovic? Su di lui la Juve ha fatto un investimento importante…
“Ci può stare un’annata no, soprattuto se si tratta di un giovane. E poi è la squadra che vince o che perde, non il singolo giocatore. Da solo nessuno vince nulla”.
Abbiamo accennato prima a Pogba. Come ti spieghi una stagione così opaca? Era arrivato tra i fasti generali…
“Ecco, forse la causa è stata proprio questa. Chi si aspettava fuoco e fiamme da Pogba non lo ha seguito nei suoi ultimi anni in Inghilterra, in cui ha subito un sacco di problemi fisici. Inoltre guardare che, per com’è il calcio oggi, è molto semplice farsi male: il clima è cambiato e in più si gioca ogni tre giorni”.
Un ricordo di una partita tra Juve e Milan che hai disputato, che conservi scolpito nella mente?
“Mi ricordo un nostro 0-1 a San Siro del 1981, con gol di Virdis. Feci un’ottima prestazione e ottenni ottimi voti su tutte le pagelle. In più, da giovane, giocare contro il Milan era per me molto speciale: sono cresciuto con il mito di Gianni Rivera”.
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