Nella giornata di ieri, in occasione del Festival dello Sport di Trento, Zidane ha ripercorso alcuni momenti della sua carriera, fino ad arrivare ai primi anni alla Juventus. Di seguito le sue dichiarazioni:
“Gli anni a Torino sono stati bellissimi. Sono arrivato dalla Francia, in cui il calcio era bello ma non come alla Juve. Lì ho sentito che bisognava solo vincere, sempre. Sia in casa che in trasferta. La cosa che mi è rimasta maggiormente dell’avvocato Agnelli è che quando giocavo bene mi chiamava alle 6 del mattino per farmi i complimenti. Lui era un signore, si vedeva che era un appassionato di calcio. Quando ho smesso ho cambiato la mia vita. Dopo tre anni non sapevo cosa fare, ho provato tante cose fin quando non mi sono iscritto al corso da allenatore. Tra tutti gli allenatori che ho avuto, quello da cui ho imparato di più è stato Lippi: è stato molto importante, perché quando sono arrivato in Italia all’inizio era difficile per me ma lui ha sempre creduto in me. Ancelotti l’ho prima avuto da mister, poi sono diventato il suo vice: lui è un amico, è stato importante per la mia carriera. Era un bravo allenatore, perché ascoltava noi giocatori”.
Zidane ha poi parlato così dell’ipotesi di sedersi sulla panchina della Juventus: “Non so perché non sia ancora successo. Sono state fatte delle altre scelte. La Juve ce l’ho sempre nel cuore, perché mi ha dato tanto. In futuro non lo so, ma tra i miei obiettivi c’è quello di allenare la nazionale francese. Vedremo”. Infine, Zidane si è anche espresso sul lavoro che sta facendo mister Tudor sulla panchina della Juventus: “Con lui la squadra pian piano sta facendo bene. Yildiz? Sì, mi piace, è bravo, fa gol. Ma deve crescere ancora, deve prendere un po’ di struttura”.