In un’intervista ai taccuini di Tuttosport Fabrizio Tencone, dal 1991 collaboratore della Juventus e dal 1995 al 2002 medico sociale della prima squadra bianconera e oggi Direttore del Centro Isokinetic di Torino, ha espresso il proprio punto di vista sull’infortunio accusato da Gleison Bremer. Di seguito l’intervista completa:
Dottor Tencone, non c’è dunque bisogno di allarmarsi?
“L’importante è che non si sia rotto il crociato, sarebbe stata tutta un’altra storia”.
Alcuni suoi colleghi riportano della probabilità del 10% che un infortunio del genere avvenga in un soggetto già condizionato da uno stop più serio. Si poteva dunque prevedere?
“Non è una percentuale così precisa, in realtà. E allora mettiamola così: gli esperti sanno che sì, tutto questo può pure accadere. Ma il menisco è un’altra storia, ha tempi più rapidi”.
A proposito dei tempi di recupero: quali prevede per Bremer?
“Dalle sei alle otto settimane, considerato il passato del giocatore, e chiaramente la sua struttura fisica”.
E solitamente?
“Solitamente il periodo di rientro in campo è dalle quattro alle sei settimane. Ma per Gleison ci vorrà qualcosa in più”.
In molti si chiedono se sia stata anche la gestione della guida tecnica a provocare il ko.
“Eliminiamo ogni dubbio. Un menisco non si rompe per un sovraccarico, non a vent’anni, ai venticinque. Si tratta più spesso di un movimento, magari una torsione innaturale”.
Dunque, più banalmente, non è stata responsabilità di chi l’ha mandato in campo.
“Questa è una tesi che si fa fatica a sostenere”.
Ma c’è correlazione con l’operazione subita?
“Sì, potrebbe esserci. La buona notizia? Pare che il legamento crociato non abbia subito alcun danno. L’operazione sarà pertanto minima”.
E sarà operato già oggi. Che tipo di intervento subirà?
“Il comunicato ufficiale parla di meniscectomia. E funziona così: viene asportato un pezzettino rotto e non ricucito, dunque nessuna sutura. Nessuna tecnica insolita, anzi: è la prassi. Ha tempi più stretti rispetto ad altre operazioni”.
Poi inizierà il recupero.
“Sì, e solitamente ha un intervallo di un paio di settimane per ogni step che dovrà seguire il calciatore”.
Ossia?
“Nelle prime due non scenderà in campo, né si allenerà: bisogna lasciarlo tranquillo”.
Quando riprenderà a correre?
“Prima la riabilitazione, all’inizio non potrà né saltare né correre. Ancora un paio di settimane e proverà a recuperare l’intensità massimale. E non è finita qui”.
Come chiuderà?
“Con un richiamo di preparazione, per circa quindici giorni. Arriviamo alle sei settimane canoniche, prima di rivedere Bremer in campo”.