In vista della gara di questa sera contro il Borussia Dortmund, Lars Ricken, ex calciatore e leggenda del club giallonero e ora dirigente, ha rilasciato una lunga intervista rilasciata ai taccuini di Tuttosport. Di seguito l’intervista completa:
Nonostante sia ormai passato quasi un trentennio, i tifosi della Juve ancora non dimenticano il suo “golazo” nella finale di Monaco ‘97 che valse ai gialloneri la prima Champions League. Cosa ricorda di quella notte? Il vostro allenatore Hitzfeld la fece entrare in campo a 20’ dalla fine al posto di Chapuisat e lei segnò il gol del 3-1, quello della “sicurezza”, dopo appena un minuto, al suo primo pallone toccato…
“Non conoscevo il termine “gol della sicurezza”, ma mi piace! Allora avevo 20 anni, avevo contribuito a portare il Borussia in finale contro il Manchester United e l’Auxerre quindi ero scontento di stare in panchina. Poi sono entrato in campo e con il mio primo tocco ho segnato il gol: dopo pochi secondi, non dopo un minuto… Quella notte a Monaco è stata indimenticabile. Un sogno che s’è avverato. L’atmosfera, i festeggiamenti dopo la partita, le emozioni dei nostri tifosi: sono immagini che rimarranno con me e, probabilmente, con tutti i tifosi del Borussia per tutta la vita».
Oltre che il più importante, si può dire che quel gol è stato anche il più bello della sua carriera o ne ha segnati altri di migliori? Tra l’altro lei è stato premiato durante il Centenario del club come autore del “Gol del secolo del Borussia Dortmund” in seguito a un sondaggio condotto tra i tifosi.
“Ho segnato alcuni bei gol, ma in termini di tempismo, importanza ed esecuzione, quello è al di sopra di tutti. Il fatto che i nostri tifosi lo abbiano poi votato come il “Gol del secolo” del BVB lo rende ancora più speciale per me. Ho sicuramente un legame speciale con questa società. Soprattutto perché sono “Dortmunder”, nato a Dortmund, e non ho mai giocato per un altro club nella mia carriera professionale“.
A Torino ricordano che il portiere Peruzzi non era al 100% a livello di concentrazione perché la società, nelle ore precedenti la partita, gli aveva dato il permesso di tornare brevemente a Torino con un aereo-taxi per andare in clinica a salutare la moglie che aveva partorito poche ore prima regalandogli la primogenita Alessia, nata il 26 maggio 1997…
“È la prima volta che sento questa storia dopo più di 28 anni. Per me non cambia nulla. Peruzzi era uno dei migliori portieri al mondo e in momenti come quello di Monaco bisogna provare qualcosa di speciale. È quello che ho fatto io. Da giovane giocatore non ci pensi troppo, vedi l’occasione e tiri. È andata proprio così“.
La Juve ha una tradizione tremendamente avversa in Champions, quasi una “maledizione”: 9 finali disputate, 2 sole vittorie ottenute…
“È l’ennesima dimostrazione di quanto sia difficile e impegnativa questa competizione, anche per un grande club come la Juventus. Raggiungere nove finali è un risultato straordinario. Ma a volte sono i piccoli dettagli a decidere una finale di tale portata, come nel 2024 quando noi abbiamo affrontato a Wembley il Real Madrid e disputato un ottimo primo tempo, che alla fi ne però non è bastato. La fortuna e la sfortuna giocano un ruolo importante nel calcio. In ogni caso il nume-ro di presenze in finale dimostra la grande qualità e la storia della Juventus».
Nel Borussia non ci sarà un ex giocatore chiave della Juve, il capitano Emre Can. Assenza pesante?
“Emre è un calciatore molto esperto, il nostro capitano e un leader importante. Ha giocato sotto tutti gli allenatori del BVB e garantisce stabilità alla squadra. Questo è un aspetto. L’altro aspetto è che abbiamo una rosa ampia e ora altri giocatori devono assumersi la responsabilità e mettersi alla prova sulla scena della Champions League“.
Poco più di un mese fa la Juventus ha disputato un’amichevole al Signal Iduna Park vincendo 2-1 (2-0 fino al 90’, doppietta di Cambiaso). Cosa vi ha insegnato quella partita?
“I “report” delle amichevoli dovrebbero sempre essere trattati con cautela. Ci sono molti cambi, l’intensità non è la stessa delle competizioni. Per noi ha giocato Mats Hummels, che si era già ritirato. Ma alla fi ne si è potuto vedere chiaramente quanto la Juventus sia efficiente e intelligente. Non ha bisogno di molte occasioni per segnare. Non ha paura di difendere la propria porta con 11 uomini. Ma noi siamo preparati a questo“.
Soltanto per gioco: se lei potesse quale giocatore toglierebbe alla Juventus?
“Vialli e Ravanelli: per me la migliore coppia d’attacco degli Anni ’90!“.
Ora i bianconeri hanno il morale a mille dopo la palpitante vittoria al 91’ contro gli storici avversari dell’Inter nel cosiddetto “Derby d’Italia”… 4-3 come la famosa “partita del secolo XX” Italia-Germania ai Mondiali di Messico ’70…
“Nel 1970 non ero ancora nato… Ma in sostanza: una vittoria all’ultimo minuto nel “derby” infonde un’energia enorme alla squadra. Quest’euforia accompagnerà sicuramente la Juventus verso la gara contro di noi. I bianconeri sono una squadra giovane che però gioca con maturità e compostezza“.
All’Allianz Stadium sarà anche una sfida tra due grandi club europei che hanno scelto di affida- re la loro gestione tecnica a due allenatori croati che hanno anche giocato una decina d’anni insieme in Nazionale. Perché secondo lei?
“La Croazia produce da anni calciatori e allenatori eccezionali. Sono disciplinati, appassionati e hanno una profonda conoscenza del gioco. Tudor e Kovač appartengono a una generazione che ha giocato ai massimi livelli: lo si percepisce nel loro lavoro a bordo campo“.
Chi è secondo lei la favorita alla conquista della prossima della Champions League?
“È facile citare i soliti nomi: Manchester City, PSG, Real Madrid, Barcellona, Bayern, ecc. Sono anche curioso di vedere l’Arsenal… “.
E quale il colpo di mercato più sensazionale di quest’ultimo calciomercato?
“Il fatto che Gianluigi Donnarumma si sia trasferito al Man-chester City mi ha molto sorpre- so. Con il Paris Saint-Germain ha conquistato la Champions League, è un portiere di gran- de qualità e ha avuto influenza sulla stagione di grande successo dei parigini… “.