La sconfitta contro il Manchester City nel Mondiale per Club pesa per due motivi: il primo è l’ampiezza del risultato, che non rispecchia la differenza tra le due squadre, ma c’è stato e va accettato; il secondo è che ha regalato alla Juventus, negli ottavi di finale, il Real Madrid. Dopo la sfida contro una delle squadre più forti del mondo, dunque, ce ne sarà un’altra: i blancos sono l’élite del calcio mondiale, insieme al PSG campione d’Europa, lo stesso Manchester City e poche altre, e per i bianconeri rappresenteranno un banco di prova fondamentale. Per questo, la Juventus spaesata e in balia degli avversari vista contro i citizens rischierebbe un’altra brutta figura, e Tudor dovrà fare di tutto perché in campo scenda la bella copia.

L’impresa rimane proibitiva, ma con i titolari la Juventus deve provarci
L’attenuante per Tudor è che nella partita del girone contro gli inglesi alcuni titolari hanno riposato, lasciando spazio alle seconde linee, delle quali però poche hanno convinto: Kostic è sembrato fuori contesto, Koopmeiners ha segnato ma per il resto è stato opaco, e Vlahovic è vittima dei problemi che si porta sulle spalle ormai da tempo.
Contro il Real si rivedranno i titolari, perché ovviamente stavolta il margine non c’è: o si fa l’impresa, o si esce dal torneo. Dovrebbero quindi tornare dal primo minuto Yildiz, Kolo Muani, Cambiaso e Thuram, ma allo stesso tempo si aggiungerà l’assenza di Savona in difesa, che va a complicare le cose in un reparto già in difficoltà. In sostanza, anche con i titolari la Juventus parte sfavorita contro la stellare rosa dei blancos, e per passare il turno servirà una grande prestazione.
Partire già sconfitti sarebbe un errore, perché non è nello spirito nello sport e, come ha detto lo stesso Tudor, nel calcio chiunque può battere chiunque, ma serve che si incastrino una serie di fattori: il tecnico croato avrà il compito di ritrasmettere fiducia nei suoi ragazzi e schierare in campo una squadra coraggiosa, che accetti il gap con i rivali ma allo stesso tempo faccia affidamento sulle proprie qualità, che esistono e sono evidenti, sperando che quei fattori si incastrino davvero.