Juve, l'ex Vrioni a calciomercato.com: "Da Ronaldo ho imparato..."

Juve, l’ex Vrioni a calciomercato.com: “Da Ronaldo ho imparato…”

L'ex Juve Giacomo Vrioni ha rilasciato un'intervista a calciomercato.com, in cui ha raccontato la sua esperienza in bianconero

L’ex attaccante della Juventus Giacomo Vrioni, oggi al Montreal CF in MLS, si è raccontato in una lunga intervista a calciomercato.com.

Di seguito l’intervista integrale, ripresa dal sito di calciomercato.com.

Il logo della Juventus all’Allianz Stadium di Torino

L’intervista di Vrioni a calciomercato.com

Sull’incontro con Cristiano Ronaldo:

“E’ una macchina da guerra – racconta Vrioni nella nostra intervista – la cattiveria che ci metteva in ogni allenamento non l’ho mai vista in nessuno. Nonostante avesse già vinto tutto non mollava mai. Lui e Messi sono quei giocatori che ci si augura possano andare avanti in eterno, godiamoceli senza fare paragoni”.

Cos’hai imparato da lui?

Lo osservavo e cercavo di capire cosa volesse dire stare a quel livello. E’ un processo che ti trasforma, capisci l’importanza del lavoro, dell’alimentazione… anche fermarsi quei 10/15 minuti dopo l’allenamento possono fare la differenza. Penso a quello che mangiava: avrebbe potuto sgarrare senza problemi, ma non l’ho mai visto mangiare qualcosa che non fosse sano”.

Che rapporto avevi con lui?
“Non è uno di tante parole, ma ogni volta che mi diceva qualcosa era un consiglio costruttivo. In una delle prime partitelle mi fece i complimenti per il gol”.

Che ricordi hai dell’esperienza con la Juventus Under 23?
“Mi è servita per cambiare mentalità e crescere. Mi ha fatto fare un passaggio mentale importante, dandomi la possibilità di riempire il mio bagaglio d’esperienza”.

In rosa c’erano anche Fagioli e Dragusin, sei rimasto in contatto con loro?
“No, vivendo all’estero ci siamo un po’ persi. Li seguo da lontano: Radu sta facendo benissimo, Nicolò ha avuto la forza mentale di andare avanti dopo quello che gli è successo”.

Ci racconti un aneddoto del debutto in Serie A?
“E’ arrivato durante il periodo del Covid con lo stadio vuoto, si sentivano tutte le voci dal campo”.

Sei entrato allo Stadium al posto di Higuain contro la Roma.
“Mi ha fatto effetto, tutti sanno chi è stato Gonzalo”.

Tra le curiosità della tua carriera c’è quella nella stagione 2019-20: hai giocato sia in Serie A che Serie B e Serie C. Come l’hai vissuta?
“Ho iniziato la stagione al Cittadella, poi a gennaio sono andato nella Juve Under 23 e dopo due settimane ero stabilmente in prima squadra. In questi passaggi ho notato il grande divario che c’è tra la Serie C e la A”.

Sei stato uno dei primi giocatori a uscire dall’Under 23, quant’è importante avere una seconda squadra?“Molto. Serve a quei ragazzi che salgono dalla Primavera per provare uno step intermedio senza far fare loro subito il grande salto. Le seconde squadre ti danno la possibilità di vivere un campionato difficile ma formativo, confrontarti con giocatori esperti per essere più pronto quando arriverà il momento di salire di livello”.

Chi è l’attaccante al quale ti ispiri?
“Mi sono sempre piaciuti Adriano e Bobo Vieri, oggi seguo molto Haaland e Gyökeres: hanno l’età mia, e dimostrano che da un momento all’altro ti puoi ritrovare a fare 40 gol in un anno”.

Miglior allenatore avuto in carriera?
“Sono stati tutti importanti, da Ciccio Pedone avuto nella Primavera della Sampdoria, fino a Donadel oggi a Montrèal. Nella Juventus ho avuto Sarri e Pirlo, ma ogni allenatore, con la propria idea, mi ha lasciato qualcosa”.

Pirlo era già preso per l’Under 23.
“Ed ero contentissimo di lavorare con lui nella seconda squadra, anche perché nello staff c’era Baronio che mi aveva allenato nelle Under italiane. Poi loro sono saliti subito in prima squadra, e dopo un po’ sono arrivato anch’io”.

La prima cosa che ti viene in mente pensando a Pirlo?

“Preparato e con le idee molto chiare. Voleva seguire la sua filosofia e l’ha fatto: alla Juve ha vinto due titoli, non è da tutti farlo alla prima esperienza da allenatore”.

Cosa ti è rimasta dell’esperienza in Austria col Tirol Swarowski nel 2021-22?
“Ho portato un po’ d’esperienza fatta alla Juve. Ho cercato di trasmettere la mentalità che ho ricevuto a Torino, la filosofia del lavoro sodo, l’alimentazione giusta e l’importanza del recupero. E’ stata una scommessa vinta, sono diventato capocannoniere del campionato insieme ad Adeyemi che ai tempi era al Salisburgo. Mi porto dietro una stagione nella quale ho giocato con continuità circondato da persone che hanno creduto in me e mi hanno dato la possibilità di sbagliare”.

Che campionato è l’MLS?
“Intenso e sottovalutato. Ogni anno ci sono giovani che emergono”.

Da gennaio scorso sei a Montrèal, con Donadel vi capita di parlare del campionato italiano?
“Gli chiedo qual è secondo lui la differenza tra la Serie A e l’MLS, a che livello ci posizioniamo noi rispetto al vostro campionato”.

Ti senti leader nello spogliatoio?
“Qui sono uno dei più esperti, in una squadra giovane con tanti ragazzi nuovi mi sento una guida”.

A 26 anni vedi un tuo futuro in Serie A?
“Perché no?! Non seguo troppo le voci di mercato, ma se dovesse esserci l’opportunità la valuterei”.

Fino all’Under 19 hai giocato con l’Italia, poi hai scelto l’Albania: ci racconti i motivi?
“E’ stata una scelta difficile arrivata dopo due anni e mezzo nelle giovanili azzurre, una decisione presa con il cuore seguendo la famiglia e le origini albanesi. In quel momento con l’Italia non stavo giocando, ho avuto la possibilità di scendere in campo con l’Under 21 albanese e un mese dopo mi chiamò la nazionale A con la quale esordii contro Israele in Nations League”.

Tra i ct dell’Albania hai avuto Panucci, che ti ha fatto esordire, e Reja: ci racconti qualcosa di loro?

“Panucci è stato il primo a credere in me, è un allenatore tosto che ci trasmetteva quella cattiveria e determinazione che aveva anche da giocatore. Reja è quello che mi ha fatto giocare di più in nazionale, un tecnico con più esperienza”.

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