Intervistato dal Corriere dello Sport l’ex allenatore della Juve Gigi Maifredi ha detto: “Da mesi vengo associato addirittura a Motta, ma cosa c’entro io con Motta? Io avevo quattordici giocatori e due stranieri, anziché tre. Motta ha trenta giocatori, uno più bravo dell’altro, ha sbagliato a voler portare a Torino il calcio che aveva mostrato a Bologna. Dove aveva Aebischer, Freuler e Ferguson, un centrocampo di altissimo livello intellettuale e molto ricettivo. Gli interscambi con quei tre venivano naturali. Locatelli è un ottimo giocatore, Koopmeiners io lo amo, ma è un pesce fuor d’acqua. Thiago avrebbe dovuto sposare una strada nuova anche perché gli sono cambiati addosso gli obiettivi e le aspettative”.
Juve, le parole di Maifredi

“È evidente che in una società come la Juve le logiche e i ritmi sono molto diversi. Con il senno di poi, posso dire che anch’io avrei avuto bisogno di allenare per un paio d’anni una squadra a metà fra il Bologna e la Juventus. Mi voleva la Roma, se ci fossi andato avrei cominciato a capire l’andazzo generale e, una volta alla Juve, avrei potuto fare qualcosa di più, anche perché nella mia testa c’era la possibilità di cambiare il gioco, che era la ragione per cui mi avevano scelto. La proposta, io volevo dominare. In quegli anni Gigi Maifredi andava molto di moda. La prospettiva di allenare la Juve ti fa perdere il senso della realtà e dell’orientamento. Venivo da una serie infinita di vittorie e non avevo messo nel giusto conto le difficoltà che avrei incontrato. Non escludo che lo stesso sia successo a Motta, anche se lui, a differenza mia, il grande calcio l’ha conosciuto da giocatore a diciotto anni”, ha concluso. Nel frattempo una voce parla di Theo Hernandez alla Juventus: “Vi dico che…” <<<