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Juve, avv. Cantamessa: “Vi dico cosa può fare la UEFA ai bianconeri”

L’avvocato Leandro Cantamessa, intervistato per le pagine de L’Espresso, ha disaminato la situazione legata alle recenti vicissitudini extra campo della Juventus. Ecco cosa risposto al quesito sulla compatibilità tra giustizia sportiva e ordinaria: “Escludo la possibilità di renderle compatibili. Il conflitto non solo esiste ma è inevitabile perché i parametri sono diversi. La giustizia sportiva deve avere due caratteristiche, la celerità e l’afflittività, che i tribunali ordinari non riconoscono come obbligatori. Al contrario, istituti del codice penale come la sospensione condizionale o gli arresti domiciliari significano afflittività ridotta, se non mancante. Questo per una società sportiva è impossibile. La sanzione deve fare lacrimare. Stabilito questo, e fatta la tara a qualche errore, la giustizia sportiva non funziona male. Le vicende recenti, soprattutto quelle legate alla Juventus, hanno messo in evidenza qualche lungaggine di troppo nei gradi di giudizio. Ma questo dipende dall’intervento dei giudici ordinari”.

La posizione della UEFA

Cantamessa ha poi spiegato come la UEFA potrebbe agire nei confronti della Juventus: “Nel processo bis della Figc sono stati inseriti i fatti nuovi emersi nel corso di Prisma. Un fattore di complicazione in più è dato dall’inchiesta dell’Uefa. La federazione europea che può valutare e sanzionare gli stessi fatti giudicati dalla Figc oppure considerare elementi nuovi appresi durante la sua fase istruttoria. Insomma l’Uefa ha libertà di giudizio e in modo autonomo può inibire alla Juve l’accesso alle coppe durante le prossime stagioni. Oppure bloccare le attività di calciomercato, soprattutto per il filone sugli stipendi che è il più grave dal punto di vista sportivo”.

Il patteggiamento della Juventus

Infine, l’avvocato ha spiegato quali sono stati i benefeci della scelta della Juventus di scegliere la strada del patteggiamento per il caso stipendi. Ecco cosa ha detto: “A partire dalle sentenze dei tribunali calcistici si sarebbero potuti innescare una serie di contenziosi se il club di Exor non avesse scelto il patteggiamento. I ricorsi della Juve contro Figc e Uefa presso i tribunali amministrativi avrebbero senz’altro compromesso il principio della celerità. La mia idea è che ci sono troppi gradi di giudizio. Quando mio nonno decise di togliere lo scudetto al Torino nel 1927 ci furono soltanto due fasi del processo”.

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