ESCLUSIVA - Luca Toselli: "Vi racconto la mia passione per la Juve. Su Spalletti..."

ESCLUSIVA – Luca Toselli: “Vi racconto la mia passione per la Juve. Su Spalletti…”

LUCA TOSELLI
In esclusiva a Juvenews, Luca Toselli si è espresso sul momento che sta vivendo la Juventus e sull'arrivo di Luciano Spalletti

Di Lorenzo Bozzetti

In casa Juventus è da poco iniziata l’era di Luciano Spalletti. Il tecnico toscano, in particolare, è chiamato a risollevare le sorti della compagine bianconera, squadra che, nonostante l’ultimo successo casalingo contro l’Udinese, viene comunque da un periodo particolarmente complicato sul piano delle prestazioni offerte in campo e dei risultati conquistati. Proprio per commentare il momento che si sta vivendo in casa Juventus è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni Luca Toselli, content creator e opinionista bianconero molto attivo su Twitch e YouTube, che può vantare un vasto seguito sui social, come testimoniato dagli oltre 100mila follower su Instagram e dai 257mila iscritti sul suo canale YouTube. Di seguito il suo racconto sul modo in cui realizza i suoi contenuti dedicati alla squadra bianconera e il suo pensiero sul recente momento che si sta respirando in casa Juventus, compreso l’arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina bianconera:

 

Ci potresti raccontare com’è nata la tua pagina e come si è evoluta nel tempo? C’è stato qualcosa in particolare che ti ha ispirato nella creazione della tua pagina e dei tuoi contenuti?

In realtà la mia pagina nasce un po’ per caso, nel 2014 YouTube stava iniziando a diventare conosciuto anche in Italia e avevo voglia di parlare di calcio perché da sempre il mio sogno era quello di riuscire a farlo di lavoro poi un giorno. Semplicemente mi sono detto che se non mi fossi mai messo in gioco nessuno sarebbe mai venuto a cercarmi per ascoltare le mie opinioni e quindi per gioco ho iniziato a parlare del mondiale di calcio del 2014, dei convocati, delle partite, addirittura delle dimissioni di Antonio Conte ed è diventato tutto molto più facile, tutto per gioco anche tra alti e bassi, tra cambi di format del canale ma il calcio è sempre stata la prima scelta”.

 

Quali sono state le principali difficoltà che hai dovuto affrontare all’inizio?

In verità non ci sono state difficoltà perché è stato tutto per gioco inizialmente, lo vedevo come un mondo nuovo da esplorare, qualcosa di inedito nel quale farmi anche una certa cultura personale, perché non avevo mai registrato video, non avevo mai caricato qualcosa di così importante sui social se non qualche analisi sulla mia pagina Facebook privata e quindi giocando è diventato sempre più semplice acquisire nuove nozioni. Nel frattempo io continuavo a fare l’università, dato che mi sono laureato in informatica e inizialmente era stato soltanto un passatempo come tanti altri, come magari potevano essere stati i forum qualche anno prima, questa volta invece diventava un mio spazio”.

 

Come hai gestito l’esposizione mediatica a cui sei andato incontro nell’ultimo anno? Hai avuto difficoltà a gestire la popolarità sui social?

Ma in realtà sono una persona che non ha particolari ansie sociali, quindi forse questa cosa mi aiuta molto. In verità quando le persone mi incontrano per strada mi riconoscono è sempre un bel momento, scambiamo due parole, a volte chiedono una foto, un’opinione su un particolare momento della Juve. Sicuramente non sono esposto come possono essere esposti i calciatori o gli opinionisti che sono nel mondo del calcio da decine di decine di anni. Però nel mio piccolo ho un bel giro e non c’è alcun tipo di pressione. L’unica cosa che va sempre controllata sono gli hater, quelli ci sono sempre, che tu abbia 100, 200, 300 persone che ti seguono, che tu ne abbia 100, 200, 300.000, però dopo un po’ ci si abitua”.

 

Ci vorresti raccontare e/o descrivere il tuo processo creativo a livello di contenuti? Che organizzazione c’è dietro la tua pagina?

L’organizzazione è principalmente pregressa, nel senso che quando si inizia un video bisogna sempre aver ben chiaro di che cosa si vuol parlare. Faccio un esempio: le pagelle vengono tutte preparate a livello di pdf in precedenza dopo aver rivisto la partita o determinati spezzoni, e poi si inizia a parlare di ogni singolo giocatore dopo che si è preparato tutto quello che c’era da dire e si sono preparate le grafiche. Se è un video post partita invece è difficile prepararsi qualcosa, perché è talmente tutto a caldo, la partita è terminata da pochi istanti che bisogna semplicemente fare un focus generale sulla situazione e cercare di raccontare quello che è stato lo stato d’animo. Se invece sono contenuti quotidiani basta fare un po’ di ricerche su quelli che sono gli argomenti del giorno, buttare giù una scaletta preliminare, io utilizzo dei blocchi note in cui scrivo due tre linee guida e poi con gli anni è diventato molto naturale arricchire il dialogo e a volte anche improvvisare con alcune note che magari non si erano scritte in precedenza”.

 

Com’è nata la tua passione per la Juventus?

Quando sono nato mio papà arrivò all’ospedale con un mazzo di fiori per mia mamma con scritto “La mamma mi ha fatto sano, bello, forte e juventino”, quindi era destino. A casa mia si sono sempre guardate le partite, ma io non sono mai stato troppo legato al mondo del calcio almeno fino al 2006, quando il mondiale di calcio vinto dall’Italia mi conquista. Fu la prima competizione che iniziai a seguire con continuità, già da Italia-Ghana iniziai a tifare insieme ai miei amici. Io iniziai a seguire la Juventus davvero al 100% nel 2006-2007, cioè l’anno della Serie B. Tante volte dicono che tifare Juve è facile perché è la squadra che magari vince più spesso; provate a iniziare a tifare dalla Serie B e ditemi quanto è facile”.

 

Quando hai pensato di inserire la Juventus tra i tuoi contenuti?

La Juventus è nei miei contenuti da sempre e da subito, perché sono sempre stato dichiaratamente juventino, non c’è mai stata la volontà di nasconderlo. I primi video in cui si iniziò a parlare di Juve furono proprio i giorni in cui Conte iniziò a mollare la Juventus e cominciò l’epoca invece di Massimiliano Allegri. Anche perché venivo da due anni di abbonamento allo stadio, secondo e terzo anno di Conte, quindi mi veniva molto facile parlare di Juve dato che ero stato bello presente all’interno di tutte le dinamiche”.

 

Che parere ti sei fatto sul periodo che sta vivendo la squadra e la società?

La Juventus è in piena ricostruzione dirigenziale. L’abbiamo visto con l’inserimento di tante figure chiave negli ultimi mesi. Abbiamo inserito ora anche un nuovo allenatore. Stiamo inserendo a breve, immagino, un nuovo direttore sportivo. L’obiettivo della Juve è il pareggio di bilancio entro il 2027. Fino ad allora credo che sarà un po’ difficile riuscire a pensare a una Juventus competitiva, a meno che non si tiri fuori tutti quanti qualcosina in più rispetto a quello che si è mostrato negli ultimi anni. Chissà che Spalletti non possa essere la persona giusta”.

 

Dal tuo punto di vista, di cosa necessita la Juventus per uscire da questo periodo particolarmente negativo? Spalletti secondo te è l’uomo giusto per la panchina?

Serve tanta mentalità per uscire da questo momento, perché se la Juve non vince per otto partite di fila, sicuramente ci sono le responsabilità dell’allenatore, cioè Tudor, che è stato esonerato, ma anche tante dei giocatori. Infatti alla prima partita senza Tudor la risposta mentale della Juve è stata forte, è stata una prestazione a tratti convincente, a tratti con ancora quei limiti mentali di blackout che abbiamo visto come in occasione del gol di Zaniolo, di un errore in disimpegno della Juventus, quindi servirà tanta mentalità. Spalletti con la sua esperienza in questi otto mesi dovrà cercare di rendere la Juventus una squadra credibile, cosa che non è da tanti anni”.

 

Ti senti di fare un pronostico sul piazzamento che raggiungerà la squadra quest’anno?

Pronostici non mi piacciono, Spalletti ha parlato della possibilità di rientrare all’interno della corsa Scudetto, di questa speranza, dato che sono passate solo 9 partite e ne mancano 29. Per me è stato un po’ troppo ambizioso, credo che la Juventus prima di iniziare a correre debba iniziare a camminare, però mi piacerebbe alla fine dell’anno poter dire «mister ti ho dato del pazzo, e alla fine ce l’hai fatta»”.

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