Di Lorenzo Bozzetti
Archiviato il deludente pareggio casalingo contro il Torino, la Juventus di mister Spalletti riprende il proprio campionato all’Artemio Franchi con il match contro la Fiorentina. Una partita insidiosa, visto il complicato momento che stanno vivendo i viola (posti all’ultimo posto in classifica), ma che i bianconeri dovranno provare ad aggiudicarsi per riposizionarsi tra le squadre poste ai vertici dell’attuale classifica della Serie A. Al fine di commentare il momento che sta vivendo la Juventus è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni Luca Ortelli, content creator e opinionista bianconero molto attivo su Instagram e YouTube, che può vantare un vasto seguito sui social, come testimoniato dagli oltre 52mila follower su Instagram e dai 16mila iscritti sul suo canale YouTube. Di seguito il suo racconto sul modo in cui realizza i suoi contenuti dedicati alla squadra bianconera e il suo pensiero sul recente momento che si sta respirando in casa Juventus, comprese la separazione da Igor Tudor e le prime partite di mister Spalletti sulla panchina bianconera:
Ci potresti raccontare com’è nata la tua pagina e come si è evoluta nel tempo? C’è stato qualcosa in particolare che ti ha ispirato nella creazione della tua pagina e dei tuoi contenuti?
“Il mio percorso social inizia a fine novembre 2020. In realtà nasce per una sfida con amici, perché vedo un video riguardante la morte di Maradona e dico “ma io questo video posso farlo meglio”. Allora i miei amici mi sfidano e io lo faccio. Ed effettivamente questo video va meglio. Da quel punto ci sono tre mesi in cui io provo a fare video ironici, a continuare sulla striscia per, appunto, provare ad andare virale. Però con scarsi risultati, massimo 10.000 views. Fino a quando a febbraio, ad un certo punto, c’è Inter-Juventus partita di Coppa Italia. La Juventus vince 2-1 con doppietta di Cristiano Ronaldo. Faccio un video ironico sfottendo l’Inter riguardo alla Juventus e Cristiano Ronaldo: decollato. E da quel momento lì capisco che la mia strada è parlare di Juve, parlare di Cristiano, parlare di calcio. E inizio a pubblicare e ad andare avanti”.
Quali sono state le principali difficoltà che hai dovuto affrontare all’inizio?
“L’opinione degli altri, o meglio, l’opinione delle persone vicino a me. Perché fin quando uno sconosciuto mi diceva che io sono uno “sfigato”, non me ne importava. Ma se un mio caro amico mi diceva: “guarda che forse è meglio se smetti, è un po’ imbarazzante, mi vergogno un po’ così, dai non farlo più” questa cosa, ovvero il fatto di non essere sostenuto dalle persone a cui tenevo di più, non è stato bellissimo”.
Come hai gestito l’esposizione mediatica a cui sei andato incontro nell’ultimo anno? Hai avuto difficoltà a gestire la popolarità sui social?
“No, nessuna difficoltà. Nasco per essere uno showman. Nasco per essere un personaggio sempre sotto gli occhi di tutti, sempre al centro dell’attenzione. Sono predisposto. Soffrirei più a non esserlo: il più grande problema non sarà quando magari prenderò la shitstorm. Preferirei che si parlasse di me da qui fino alla mia morte rispetto a che non se ne parli mai. Sono uno che ha bisogno di mille attenzioni. Sono cose positive. Non c’è nessun aspetto negativo oggi della fama. Nessuno”.
Ci vorresti raccontare e/o descrivere il tuo processo creativo a livello di contenuti? Che organizzazione c’è dietro la tua pagina?
“È cambiato molto negli ultimi anni. Sono passato da fare video sfottò, a fare video ironici, a fare video post-partita, a fare video di opinione seria, a fare video di pronostici. Ho spaziato, diciamo che ho toccato tutti gli ambiti. E oggi ancora non posso dire di aver trovato il mio preferito, quello perfetto. Ogni anno si caratterizza di qualche format e io vado avanti, porto avanti quello che appunto è la mia visione. Ho cercato sempre di essere ironico, ma provocatorio. Di essere c******e, ma comunque di mostrarmi preparato”.
Com’è nata la tua passione per la Juventus?
“Nel 2013 (dopo che io seguivo il calcio già da un anno per Cristiano Ronaldo, infatti io inizio a seguire questo sport per lui): album Panini, scuola elementari e inizio a trovare un sacco di calciatori della Juventus, perché giustamente quell’anno stava vincendo e quindi per far vendere l’album metti le squadre forti. Un giorno torno a casa e dico “Papà, io tifo Juventus” senza sapere che lui in realtà era un grandissimo juventino. Smesso di seguire il calcio dopo la finale del 2003 a Manchester contro il Milan, lui presente torna a casa e smette di seguire il calcio. Ma con me dal 2013-2014 ricominciamo a seguirlo insieme, e da lì lo guardiamo e diventiamo entrambi grandi juventini”.
Quando hai pensato di inserire la Juventus tra i tuoi contenuti?
“La Juventus è stato un qualcosa di naturale. Quando ho iniziato a fare social, a un certo punto un giorno dopo tre mesi ho detto “va beh, ma sai che c’è, ma proviamo a buttarla dentro”, avevo provato qualsiasi cosa: video ironici, sketch, scuola, qualsiasi roba, mi mancava ormai solamente il calcio; alla fine è proprio quello che mi ha salvato”.
Secondo te, cosa non ha funzionato con Igor Tudor?
“Igor Tudor ha meritato la nostra fiducia per quanto riguarda l’uomo che è stato come calciatore, e quindi è stato giusto chiamarlo dicendo “puntiamo su lui per traghettare e arrivare a fine stagione” facendo un percorso che possa essere per la Juventus il conclusivo dell’anno. Poi per quanto mi riguarda lui si sarebbe anche meritato di fare il Mondiale per club, è ovvio che non l’avrei riconfermato. Tudor non ha colpe. Tudor semplicemente non era pronto a svolgere quel compito lì. Secondo me è un allenatore mentale, un allenatore di gruppo, uno di quegli allenatori che riescono a tirarti fuori il meglio tramite le motivazioni, però riescono a tirarti fuori il meglio da una squadra che già ha qualcosa da dire. Quella Juventus non aveva bisogno di un motivatore, aveva bisogno di un ricostruttore, di uno che facesse ripartire da capo alcuni giocatori, serviva uno che resettasse. E Igor Tudor invece era uno che magari ti prendeva un giocatore al 60% e te lo portava a dare l’80% per un periodo limitato, come ha fatto l’anno scorso. Quindi Tudor non ha colpe in sé, semplicemente non era pronto per questo ruolo, era un ruolo non per lui e l’errore è stato riconfermarlo dalla fretta foga dell’estate”.
Che parere ti sei fatto sulle ultime partite disputate dalla nuova Juventus di Spalletti?
“Spalletti ha avuto tre partite, non se ne può parlare, è troppo presto. È troppo presto perché la Juventus sicuramente è cambiata, ci sono queste tre partite in cui la Juventus come mentalità, come ritmo, come gioco sembra avere dei miglioramenti. Però, primo punto: è facile dirlo visto che c’è sempre l’entusiasmo del nuovo allenatore, quindi magari potrebbe essere solamente quello. Secondo aspetto: non stai parlando di tre vittorie, ma parli di una vittoria e di due pareggi. Tre: non c’è ancora il segno Spalletti, non lo vedi ancora, perché sono passate tre partite. Quindi la mia risposta su Spalletti è: diamogli tempo. Sono fiducioso, sono convinto che riuscirà ad arrivare in Champions, sono convinto che farà bene, ma diamogli tempo”.
Che partita ti aspetti contro la Fiorentina? Quali potrebbero essere i principali rischi di questa gara?
“Sarei ipocrita, incoerente, se dicessi che mi aspetto una partita combattuta. Nel senso, la Fiorentina lotterà in tutti i modi per riuscire a risollevarsi da questo periodo buio. Arriveranno con il sangue agli occhi, avranno una fame di vittoria incredibile, però da Juventus che sei, da squadra che sei, mi aspetto sicuramente una partita in cui si giocherà a viso aperto, ma che devi portare a casa. Perché sei la Juventus e perché stai giocando contro l’ultima in classifica. Il rischio della gara è sottovalutare la Fiorentina. È una partita difficile, ma per quello per cui le squadre stanno lottando. Però sulla carta non ti dirò mai che è una partita equilibrata. È una partita in cui la Juventus parte favorita, non deve commettere l’errore di farsi sorprendere dall’atteggiamento “cattivo” che ha la Fiorentina, perché la Fiorentina arriverà con la rabbia, però senza che ha bisogno di giocare, quella deve avercela tu. La Juventus deve portarla a casa”.
Ti senti di fare un pronostico sul piazzamento che raggiungerà la squadra quest’anno?
“La Juventus arriva tranquillamente tra le prime quattro. Secondo me potrebbe arrivare in fondo alla Coppa Italia. Sulla Champions non mi esprimo: se arrivi agli ottavi è un miracolo divino. Secondo me o vince la Coppa Italia o magari arrivi tra le prime due/tre posizioni in campionato. In ogni caso in Champions c’arrivi e in Coppa Italia fai bene”.