Alessandro Calori, ex calciatore del Perugia, ha detto la sua sulla Juve. Ecco le sue parole al Corriere dello Sport: “Sono stato premiato e partecipai alla festa “Di Padre in Figlio” organizzata all’Olimpico. L’affetto dimostrato dai laziali in tutti questi anni mi ha colpito e mi fa piacere. Faccio l’allenatore, nutro una simpatia naturale per la Lazio, ho lavorato anche con la Primavera. Certo il calcio è così. Vengo ricordato per il gol alla Juve. Sembra di rimanere in una nicchia. Un po’ come l’urlo di Tardelli al Bernabeu. Penso che quel gol abbia segnato un’epoca e avuto un significato più ampio. Una roba incredibile. In dieci minuti cadde l’acqua che non viene giù neppure in un mese. La partita riprese dopo un’ora e un quarto di stop”.
Su Collina
“Anche il sottopassaggio era zuppo d’acqua. Ricordo Collina al telefono, avrà chiesto come comportarsi ai vertici arbitrali. Di sicuro non rimase solo a decidere. Noi giocatori non sapevamo cosa fare. Passeggiavamo tra spogliatoio e palestra in attesa di un segnale. Olive e Conte, i due capitani, uscirono tre o quattro volte a controllare. Il campo del Curi drenava benissimo, altrimenti non sarebbe stato possibile riprendere. La Juve rimase condizionata dal nubifragio. Il primo tempo si era chiuso sullo 0-0. Le parate di Mazzantini, Pippo Inzaghi fallì un paio di occasioni”. Intanto ecco le parole di Scanavino<<<