Juve Women

Juventus Women, la storie di Irina Talle: dal Canada alle bianconere

La Juventus, con un comunicato sul proprio sito, ha voluto rendere nota la storia di Irina Talle, calciatrice arrivata in Italia grazie allo Juventus Academy. Ecco la nota: “6564 chilometri è la distanza, in linea d’aria, tra Toronto e Torino. Nel caso di Irina Talle è la distanza percorsa per trasformare un sogno in realtà. È la distanza che ha permesso di colmare la Juventus Academy di Toronto. È una distanza che, una volta annullata, ha avuto il sapore di un nuovo dolcissimo inizio. HOCKEY? NO, CALCIO È il 2008, Irina Talle ha quattro anni e un grande desiderio: giocare a calcio. Un desiderio atipico in un Paese, il Canada, in cui lo sport per eccellenza è l’hockey. Nella testa di Irina, però, c’è solo il pallone, e il sogno con il tempo diventa sempre più grande: non solo giocare, ma farlo in un grande club. Non è il capriccio di una bambina, ma un desiderio che resiste al tempo, nonostante, in quel momento, somigliasse davvero alla volontà di credere a una favola. La famiglia, però, è con lei, mamma e papà non spengono la fiamma, ma anzi la alimentano, e la accompagnano in questo percorso dal punto di arrivo incerto. Squadra dopo squadra, continuando a divertirsi e godendosi ogni tappa. Poi la svolta: la Juventus Academy Toronto e l’occasione per far diventare quel sogno ancora più concreto. Nuove metodologie, nuovi modi di lavorare per continuare a crescere, esattamente quello che qualche anno prima lei sognava. All’orizzonte c’è qualcosa di ancora più grande. Un viaggio che cambia tutto.

VIAGGIO, SCONFITTA, PROPOSTA Un’estate in Italia, un’estate in casa Juventus. La squadra di Irina, insieme ad altre, vola in Italia, visita le strutture bianconere, compreso l’Allianz Stadium, e respira l’aria della Juve. L’emozione è grande, la squadra si allena a Vinovo e poi ha anche l’occasione di scendere in campo, esattamente ciò che rende più felice Irina che, con le sue compagne, affronta le classe 2004 della Juventus. Arriva una sconfitta, 6-1 o 7-1, il risultato esatto si è perso nella sua memoria, perché ciò che accade dopo è sufficiente per offuscare gli altri ricordi. Nonostante la sconfitta, Irina ha giocato bene, si è messa in mostra e nel complesso la sua esperienza può dirsi positiva. Difficile immaginare che il meglio debba ancora venire. A cena, in albergo, è il momento in cui condividere le emozioni e fare il bilancio dell’esperienza che si appresta a concludersi. Papà, però, ha qualcosa da dire a Irina. Glielo dice sottovoce, quasi come se dirlo a voce alta rischiasse di spezzare la magia che quel messaggio porta con sé: la Juve vuole che tu vesta la maglia bianconera; la Juve ti vuole in Italia.

Irina, incredula, non ha dubbi su cosa rispondere. È una delle emozioni più belle della sua vita e quel sogno germogliato tanti anni prima ora assume contorni incredibilmente reali. Ora è il momento di viverlo e, per farlo, bisogna cambiare vita. A quattordici anni lasciare tutto e volare dall’altra parte del mondo non è facile, ma mamma e papà ci sono anche questa volta. Anche in senso letterale, visto che papà trova il modo di lavorare a distanza e condividere il primo anno di Irina in Italia. Un appoggio fondamentale, che permette di resistere all’onda d’urto del cambiamento più drastico e rende più sopportabile la nostalgia di casa e più piccoli i problemi da affrontare. “Ciao, come stai?”. Sono queste le uniche cose che Irina è in grado di dire in italiano. La barriera linguistica non è un ostacolo banale perché la difficoltà a esprimersi rende difficile farsi conoscere. Le nuove compagne, però, la accolgono nel migliore dei modi e nei primi tempi a parlare è soprattutto il campo. È lì che si fa conoscere inizialmente, migliorando, piano piano, anche con l’italiano anche grazie al J|College. Superato il primo anno, quello più complicato, la strada è in discesa, continuando a vivere quel sogno che ormai è realtà da cui nascono nuovi grandissimi obiettivi. La Juventus Academy ha sancito un nuovo inizio, in bianconero Irina ha già vissuto tante avventure e ormai la Juve e l’Italia hanno il sapore di casa”.

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