Yildiz, parla lo scopritore: "Da subito determinato e ambizioso"

Yildiz, parla lo scopritore del turco: “Da subito determinato e ambizioso”

Le parole dello scopritore del talento turco, che ha raccontato alcuni aneddoti sulla giovinezza del numero 10 della Juventus

La stagione che sta per cominciare dovrà essere quella della consacrazione definitiva per Kenan Yildiz: il numero 10 della Juventus è chiamato a guidare la Vecchia Signora per tornare agli antichi fasti, e di lui ha parlato ai microfoni di Tuttosport Detlef Staude, direttore del settore giovanile del SV Sallern, che ai tempi scoprì il talento del giocatore bianconero.

Giovinezza da predestinato

Non era convinto di venire da noi, ho dovuto convincerlo. Sono stato io a scoprire Yildiz? Penso di sì. Guidavo il settore dedicato ai talenti del club ed avevo una mia formazione. Ogni tanto andavo a prendere qualche mio giocatore. Kenan viveva in un vicolo strettissimo di Ratisbona, vicino al Danubio. Lì l’ho visto, calciava il pallone contro al muro ma lo faceva in un modo…aveva padroneggiato la tecnica del tiro, aveva potenza piena”.

“Gli ho chiesto se volesse fare un allenamento con noi. Mi rispose che era già iscritto a kickboxing e no, non voleva giocare a calcio. L’ho rivisto ancora nello stesso posto qualche settimana dopo e ho provato ancora a convincerlo. Alla fine però è stato lui a venire da me dicendomi che ci aveva ripensato e che avrebbe voluto provare con il pallone”.

“È diventato da subito uno dei migliori della squadra. Si distingueva per la sua perseveranza e la sua insolita ambizione. Era anche determinato. Poi c’erano e ci sono doti tecniche. La grande velocità era gia evidente. Voleva sempre migliorare. Dopo un allenamento di sola palla restava al campo per fare due o tre giri di corsa del campo grande”.

“Giocava in una categoria superiore, con i più grandi. Erano iniziati prestissimo i provini, verso la fine della prima stagione. Prima il Norimberga, poi ISSV Jahn e il Bayern. Lui aveva scelto Ragensburg, ma poi il passaggio a Monaco è stato inevitabile, lì è cresciuto molto come uomo e come calciatore”.

La Juventus è un tob club. Non deve per forza andare via e non deve farlo per un ingaggio migliore. Deve farsi domande specifiche: l’ambiente è quello giusto? L’allenamento, la squadra e lo staff sono perfetti? Si trova a suo agio?”.

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