Lazio-Juve, Tudor: "Vlahovic sta bene. Gatti è recuperato"

Lazio-Juve, Tudor: “Vlahovic sta bene. Gatti è recuperato”

Alla vigilia del match di Serie A contro la Lazio, è intervenuto in conferenza stampa l'allenatore della Juventus, Igor Tudor

Alla vigilia del match di Serie A contro la Lazio, è intervenuto in conferenza stampa l’allenatore della Juventus, Igor Tudor. Di seguito le sue risposte ai giornalisti presenti in sala.

Bisogna aspettarsi un approccio aggressivo come quello contro il Bologna? Con la Lazio che partita si aspetta?

“E’ stata una partita fatta bene con tutte le componenti. L’obiettivo è sempre essere quella squadra con quella mentalità. Il calcio che si vuole fare è quello di andare avanti e fare male ma, quando c’è da difendersi, di farlo tutti”.

Cosa ha visto nella squadra in questa settimana o nell’ultimo periodo che le da fiducia per il finale di stagione?

“Ho visto una bella settimana con un po’ più di consapevolezza e fiducia. C’è tanta voglia di fare bene. Sappiamo l’importanza della partita e ci siamo preparati tutti al meglio”.

Qual è la condizione degli infortunati?

“Dusan ha fatto tutta la settimana con noi. Sta bene, gli altri no a parte Gatti che ha fatto una parte piccola di un allenamento e a questo punto lo portiamo in panchina”.

L’anno scorso era stato chiamato alla Lazio in condizioni simili a quelle del suo arrivo alla Juve. Quali sono le similitudini e le differenze rispetto a quella situazione?

“Non si può paragonare nessuna situazione perché sono club, giocatori e momenti difficili. C’è sempre un lavoro da fare, quello dell’allenatore che deve essere fatto al massimo, facendo tutte quelle cose che sappiamo e che tocca fare. Poi, le difficoltà sono ovunque e sono diverse. Io dico sempre che allenare una squadra di Serie B o allenare il Real Madrid, dal mio punto di vista sulle problematiche, è simile. I tipi di problemi sono diversi, ma vanno sempre fatti crescere i giocatori, la fiducia, l’ambiente e la tenuta fisica. Qui mi sono trovato dal primo giorno con grandi problematiche di giocatori perché erano fuori pezzi importanti. Però, vanno accettate tirando fuori il meglio da quelli che ci sono. Perché c’è grande qualità in loro e ho visto una squadra vogliosa di finire bene questo campionato e prendersi quello che vogliamo”.

C’è un sentimento di rivalsa in questa partita?

“No, non ho parlato di quando ho lasciato la Lazio. Dico solo due cose. Si è fatto un grande lavoro, prendendo una squadra in grande difficoltà, riportandola in Europa League. In quella mini-classifica, la Lazio è arrivata seconda in quelle 10 giornate, dietro solo all’Atalanta. Vuol dire che si è fatto un grande lavoro. Dopo, con pace e serenità, ho preso la decisione di andare via, ma voglio bene a tutti loro e gli auguro il meglio. Questo è per me tutto quello che gli riguarda”.

Qual è la chiave per affrontare meglio la Lazio?

“La chiave è sempre se stessi, ovvero la squadra. Loro sono una squadra forte, diversa dal Bologna sotto un certo punto di vista. Hanno altre qualità. E’ una squadra esperta con giocatori che stanno bene, anche da tanti anni. Hanno costruito un’identità. Bisogna stare attenti su tutto, però dico sempre di stare concentrati su noi stessi per essere la migliore versione di noi, andando forte tutta la partita”.

Può bastare un estate e qualche colpo importante per ricostruire la Juve che ha vissuto da giocatore?

“Preferisco non rispondere sul futuro e focalizzarmi sul presente, cioè la gara di domani. Vedremo il futuro cosa ci regalerà”.

C’è una versione della Juventus che l’ha convinta di più in queste sei partite con lei alla guida tecnica?

“Ci sono stati tanti pezzi fatti bene. Nell’ultima partita c’è stata una sostanza, una concretezza e una mentalità di altissimo livello. Ho visto dei tanti bei tempi. Il primo tempo con la Roma è stato un calcio di alto livello: si è creato, si è dato e si è voluto. Dal primo giorno dico sempre che non bisogna limitarsi a niente per costruire una squadra. Bisogna avere tutto, lavorandoci sopra. Poi, ci sono momenti, ci sono difficoltà e problematiche che magari non ti aiutano, però non bisogna arrendersi. Bisogna tirare fuori il massimo da tutte le situazioni e tutti i momenti”.

Il fatto che dal suo arrivo la Juve non ha mai segnato nei secondi tempi è un fattore da tenere in considerazione? Da cosa può essere dovuto?

“Non lo so, sinceramente non penso mai a queste cose qui. Io alleno sempre per andare forte, dicendo ai ragazzi che bisogna farlo indipendentemente dal risultato o dal vantaggio di gol. Bisogna andare sempre forte e sempre uguale. Non sono di quelli che dice che dopo l’1-0 bisogna andare piano o dietro. Penso che questa debba essere la mentalità giusta che vogliamo ottenere. Poi, ci sono tanti argomenti che potrei tirare fuori per rispondere a questa domanda, però non è il momento e non porta a niente. Bisogna concentrarsi su queste poche gare che ci sono”.

Sa già come sostituire Cambiaso? Ce lo può dire?

“Sa già la risposta su di lui e sui cambiamenti della squadra”.

Si può definire questa partita uno spareggio per la Champions? Come l’ha presentata ai ragazzi?

“Questo è un bel giochetto da parte vostra. E’ da 6-7 giornate che sento parlare di tutte finali (ride ndr). E’ una partita importante, però, se tu la vinci e poi perdi le ultime due.. ci sono 9 punti a disposizione e tutti qui in Italia giocano per qualcosa e vogliono vincere. Questo è bello e, per me, sono tutte tre partite uguali. Questa è la più importante perché è la prima”.

Pensa che Douglas Luiz possa essere importante almeno per questo scorcio finale di campionato?

“Ho parlato tante volte di Douglas e non voglio ripetermi. Ho spiegato tutto su di lui. Gli voglio bene, è un giocatore forte e spero possa dare una mano fino alla fine”.

E’ soddisfatto di questa Juventus che ha allenato fino ad adesso sul piano mentale e fisico o è rimasto deluso e vorrebbe ancora qualcos’altro?

“Non sono mai contento, perché un allenatore deve essere così. Come ho detto prima, ci sono state parti di partite giocate ad alto livello e, in generale, sono contento. Vedo una squadra in crescita e che da tutto, nonostante le problematiche che abbiamo. Generalmente, io vedo tanta positività. Poi, ci deve essere esigenza, perché senza di essa non c’è crescita. Non essere mai contenti è la chiave della crescita. Chi si accontenta e dice che stiamo bene vuol dire che è qualcuno che è già andato oltre. Questa è la regola dello sport”.

E’ convinto della qualificazione in Champions? Se sì, da dove nasce questa consapevolezza?

“Sono convinti tutti. Può esserci una squadra e un allenatore che non lo sono? Chiaro che siamo convinti. Poi c’è il campo e dobbiamo dimostrarlo lì. Tutti dicono che sono forti, ma poi ci sono i fatti e gli allenamenti. Le convinzioni sono importanti, ma non è perché dici che vinci allora succede. Sono solo parole che tante volte sono solo fumo. Bisogna prepararsi bene, scegliere ed è la che la convinzione si crea”.

 

 

 

 

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