Igor Tudor è stato recentemente confermato sulla panchina della Juventus, firmando il rinnovo contrattuale con la società bianconera fino al 30 giugno 2027 con opzione per prolungare ulteriormente fino al 2028. Nella conferenza stampa alla vigilia dell’esordio al Mondiale per Club contro gli emiratini dell’Al-Ain, di cui TuttomercatoWeb ha riportato il testo, il tecnico croato si è soffermato proprio su quest’aspetto, ovvero quello della fiducia datagli dal club, parlando così:
“Sia in campionato sia in queste tre settimane non ho mai avuto la sensazione che dentro la squadra regnasse un clima di incertezza. Per me è sempre stato tutto molto chiaro, forse da fuori potete aver avuto una sensazione diversa da quello che ho vissuto io, ma vi assicuro che mi sono sempre sentito bene e i ragazzi sono stati eccezionali per professionalità e predisposizione al sacrificio. Io ero in una bolla mentale con la concentrazione massima”.

“Contano i giocatori, il minimo indispensabile per me…”
Successivamente, a chi ha riportato la dichiarazione di Cambiaso secondo cui i giocatori fossero i primi a volere la conferma del tecnico, Tudor ha risposto:
“Normale che Andrea dica così, sennò lo faccio fuori… Scherzi a parte, è bello perché alla fine quello che conta sono i giocatori e il loro pensiero. Io sono esigente come allenatore, anche in un mondo in cui si sta perdendo la coerenza e si tende a non risolvere i problemi che si presentano, io resto me stesso. Non sono uno che mette la polvere sotto il tappeto. Un calciatore in una settimana tra partite, viaggi e riposo fa due-tre allenamenti in cui esce con la lingua di fuori: ecco, quello per me è il minimo indispensabile. Non puoi non farlo. Un allenatore ora è molto di più, deve riuscire a gestire tutto e cercare di essere giusto”.