In un’intervista rilasciata ai taccuini di Tuttosport Claudio Pasqualin, presidente di AvvocatiCalcio e soprattutto storico agente insieme ad Andrea D’Amico di Alessandro Del Piero, ha parlato così del rinnovo di Kenan Yildiz. Di seguito l’intervista completa:
“Quello di Alex Del Piero resta inimitabile come rinnovo per importanza, cifre raggiunte all’epoca e durata della trattativa. Oggi però il prolungamento di Kenan Yildiz rappresenta uno step davvero importante per l’attuale Juventus e quindi va raggiunto un accordo in fretta, onde evitare pericolosi inserimenti della big di Premier League”.
A proposito: crede che Yildiz possa essere il nuovo Del Piero?
“Andiamoci piano con certi paragoni: Alex è stato unico. Certamente il turco è un grande talento e vanta potenzialità notevoli. Un passo alla volta. Non dimentichiamoci che a 21 anni Alessandro trascinava la Juve alla vittoria dello scudetto e l’anno dopo alla conquista della Champions League. Per entrare nel gotha Yildiz dovrà anche aiutare la Juve ad accaparrarsi dei trofei nei prossimi anni”.
Verissimo. Però Alex non manca mai di celebrare il suo erede.
“Se l’ha detto Del Piero che Yildiz può diventare il simbolo e la nuova bandiera bianconera, bisogna per forza crederci. Chi meglio di lui può esprimersi sulla questione con conoscenza e competenza di ogni dinamica. Oltretutto Alessandro non è tipo da regalare o dispensare complimenti tanto per: quando lo fa e dice certe cose, significa che ci crede realmente. Credo che per Yildiz sia questo il migliore dei complimenti”.
In molti stanno facendo dei paralleli tra l’attuale trattativa per il rinnovo di Yildiz con la vostra. Che ne pensa?
“Sono storie molto diverse: qui i dialoghi vanno avanti da meno di dodici mesi; mentre le nostre negoziazioni durarono quasi quattro anni dall’avvio dei contatti all’intesa definitiva raggiunta dopo il terribile infortunio subito da Alex a Udine nel novembre del 1998. Tra l’altro con noi all’epoca la Juve tirò troppo per le lunghe la questione, continuando stagione dopo stagione a rinviare la chiusura dell’accordo. Tanto che alla fine arrivammo sotto scadenza e a quel punto erano ormai con le spalle al muro. Adesso gli scenari sono un po’ diversi…”.
In che senso?
“In questo caso Yildiz ha ancora tre anni e mezzo di contratto e quindi si può ragionare con meno assilli e giocando d’anticipo per blindare il ragazzo. Ovviamente senza tirare troppo la questione per le lunghe, visto che leggo e sento di tanti interessamenti dai top club stranieri. Il consiglio che posso dare è di risolvere in fretta la vicenda”.
Quel rinnovo di Del Piero rimane iconico, visto che divenne il primo giocatore con un ingaggio in doppia cifra (10 miliardi di lire). A distanza di tanti anni si può dire che avete scritto la storia…
“Il dottor Umberto Agnelli, infatti, ogni volta che lo incontravamo ci diceva che Alex aveva preso troppi soldi (ride, ndr). In realtà a livello di ingaggio fummo anche in parte agevolati dal fatto che fossimo arrivati vicini alla scadenza e mezza Europa volesse Del Piero, al di là del valore straordinario del campione”.
Quali club furono più insistenti nel corteggiare Alex?
“C’era un interesse del Barcellona, che poi ripiegò su Rivaldo. Pure il Manchester United lo voleva: Sir Alex Ferguson ammirava molto Del Piero, ma per amor di verità va detto che Alex non ha mai avuto dubbi: nella sua testa c’era solo la Juve e voleva restare a tutti i costi in bianconero. Pertanto il nostro lavoro è sempre stato finalizzato al raggiungimento di un accordo per prolungare il contratto e così i dialoghi con gli altri top club non entrarono mai davvero nel vivo”.
È vero che nel 1994 Moggi aveva venduto Del Piero al Parma?
“Assolutamente sì. Confermo in pieno la notizia. All’epoca noi rappresentavamo anche Dino Baggio, che la Juve aveva ceduto al Parma. Moggi e Pastorello all’interno dell’operazione avevano deciso di inserire pure Alex. La trattativa era sostanzialmente chiusa e mancava solo la firma di Alessandro. Tuttavia sia io sia Andrea D’Amico non eravamo convinti di questa operazione e così durante il Mondiale negli Stati Uniti ci opponemmo al trasferimento, lasciando Del Piero a Torino. Col senno di poi si può dire che senza il nostro intervento e il metterci di traverso la fantastica e leggendaria storia di Del Piero con la Juve non sarebbe mai nata”.