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Juventus, Livio Miretti (papà di Fabio): “Gli servono un po’ di partite per trovare il giusto ritmo”

Stefania Palminteri – 29 Dicembre, 09:54

Fabio Miretti

Le dichiarazioni rilasciate da Livio Miretti (papà di Fabio) in un'intervista a La Fedeltà

In un’intervista rilasciata a La Fedeltà Livio Miretti, padre di Fabio, ha parlato del momento che sta vivendo il classe 2003 con la maglia della Juventus. Di seguito le sue dichiarazioni:

“Rivedere Fabio in campo? Sicuramente è stata una bella sorpresa, anche perché quando è stato schierato titolare per la prima volta in Champions League contro il Bodo Glimt, non se lo aspettava davvero nessuno. Lo speravamo, però, perché Fabio stava bene, si era allenato bene e Spalletti aveva parlato molto bene di lui. Ora gli servono un po’ di partite per trovare il giusto ritmo.

Gli ultimi mesi difficili? Sì, indubbiamente per Fabio non è stato semplice. La stagione al Genoa, con il senno di poi, è stata molto utile. Talvolta ha dovuto giocare in condizioni precarie ma non si è mai tirato indietro, perché Vieira credeva molto in lui. Poi, purtroppo, è arrivato l’infortunio, che l’ha privato di un finale di stagione importante e, probabilmente, anche della partecipazione al Mondiale per Club in estate con la Juventus.

Tante soddisfazioni? Senza dubbio, sin da quando Fabio è piccolo. Io sono sempre stato juventino, per cui vederlo con quella maglia è stato qualcosa di magico. Lui ha sempre lavorato in silenzio e noi, anche quando si vedeva che le qualità c’erano, non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba, al motto del “vedremo se sarà”. Oggi siamo qui, ma con il senno di poi posso dire che il percorso non è stato facile, perché quando il cerchio si stringe, la concorrenza si fa agguerrita. Fabio è stato bravo a tenere sempre la testa sul collo.

I ricordi più belli? Sarebbero tanti, ma dico il giorno in cui la Juventus ha affisso la sua maglia in una bacheca che raccoglie tutti i grandi nomi che hanno tagliato il traguardo delle 50 presenze in bianconero. È stata un’emozione vera, perché tra i campionissimi di sempre c’era anche il nostro cognome. È stato anche un punto di arrivo, perché comunque vada, chi arriverà da qui in avanti quando passerà lì davanti vedrà anche il nome di Fabio. Ricordo con piacere, poi, anche la festa finale dello scorso anno a Genova: parlai con Ruslan Malinovsky, che mi disse che giocare con Fabio era facile, perché secondo lui “Fabio dà del tu al pallone”. Un attestato di stima importante”.