di Mattia Cinelli
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Juventus-Fiorentina, una rivalità lunga quasi 100 anni

TURIN, ITALY - DECEMBER 22: Federico Chiesa of Juventus battles for possession with Lorenzo Venuti of Fiorentina during the Serie A match between Juventus and ACF Fiorentina at Allianz Stadium on December 22, 2020 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Domani si disputerà la semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Fiorentina e Juventus. Due club che sono rivali da molto tempo.
Domani sera la Juventus scenderà in campo contro la Fiorentina per disputare la semifinale di ritorno di Coppa Italia nella cornice dell'Allianz Stadium. All'andata finì 1-0 per i bianconeri, con l'autogol a tempo scaduto di Venuti. Tra la Vecchia Signora e la viola non scorre però buon sangue, visto che i due club da sempre sono acerrimi rivali. Tutto nacque nel 1928, quando Madama, in un campionato italiano agli albori, sconfisse i toscani per 11-0, umiliandoli, nonostante la disparità fra le due compagini fosse veramente ampia.
La miccia che fece scoppiare l'incendio ci fu però nel 1982, anno in cui le due squadre si stavano contendendo lo Scudetto. All'ultima giornata i due club arrivarono appaiati a pari punti, e la vittoria del tricolore lasciò molti strascichi. La Juventus vinse grazie a un rigore di Brady molto discusso, mentre la Fiorentina non riuscì a battere il Cagliari, vedendosi annullare un gol a Graziani. Da quel momento nacque il vero e proprio odio dei gigliati nei confronti dei bianconeri, rei dei avergli scippato uno scudetto meritato per Antognonie compagni. Rivalità acuita anche dall'esito della finale di Coppa UEFA 1990, quando la Vecchia Signora sconfisse la viola, conquistando il trofeo, ancora tra polemiche arbitrali.
Poi, altro evento passato alla storia, il trasferimento di Roberto Baggio dal club toscano al club piemontese, cessione che spinse i tifosi a protestare in piazza contro la società, in un clima da rivolta popolare, perché il Divin Codino era visto come un figlio di Firenze e il passaggio in bianconero come un tradimento. Arrivando ad oggi la storia sembra ripetersi, basti guardare Bernardeschi, Chiesa e Vlahovic, soprattutto il terzo, visto che l'addio del serbo viene visto come una riproposizione di quanto accaduto quasi 30 anni prima. Nel mezzo tante partite che sono rimaste negli annali, ma domani è un'altra storia, e ci sarà di certo un clima infuocato.
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