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Juve, Serena: “Il tridente può funzionare, ma occhio a non rilassarsi”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport la leggenda della Juve Aldo Serena ha parlato dell'attacco bianconero

redazionejuvenews

Dopo aver pareggiato contro l'Atalanta e in attesa di affrontare il Villareal in Champions League, la Juventus dovrà affrontare il Torino. Il Derby della Mole, come tutti i derby, non è mai una partita come le altre e vincere sarà fondamentale. La squadra di Ivan Juric in questa stagione ha dimostrato di avere una difesa particolarmente efficiente, tra le migliori del campionato. Segnare non sarà affatto facile. Dalla sua, però, la Juventus ha un'arma speciale: Dusan Vlahovic. Il bomber serbo affiancato da Dybala e Morata potrebbe essere la chiave tattica del match.

Intervistato da La Gazzetta dello Sport la leggenda bianconera Aldo Serena ha parlato dell'attacco bianconero: «A certe condizioni sì, io ci punterei. Dybala, Vlahovic e Morata hanno tutto per fare bene insieme e il serbo è l’attaccante che mancava: difende palla, sa attaccare lo spazio in velocità e fare a spallate con le difese chiuse. Con quel sinistro, mi ricorda Bobo Vieri. In mezzo al campo, però, credo servano tre centrocampisti giudiziosi, che sappiano difendere. McKennie ha gli inserimenti ma meglio Zakaria, più ordinato. Possibili problemi? Il rilassamento in fase di non possesso. A volte succede, per 3-4 partite ti sacrifichi per la squadra, vedi che tutto funziona e allora abbassi la tensione. La fine del mutuo soccorso è la fine del tridente».

Vlahovic è un bomber, ma da solo non può cambiare il volto di una squadra. Cosa serve ad un grande attaccante come lui? Serena, ex attaccante, ne sa qualcosa: «Vi faccio il mio esempio. Io alla Juve avevo Cabrini che a sinistra crossava benissimo, Mauro che spingeva a destra, Platini dietro. Con lui, bastava fare un contro movimento e prendere mezzo metro sul difensore per avere una palla col paracadute, pronta da calciare in porta. Perfetti». L'attacco pesante di Allegri riuscirà a fare altrettanto? Chi vivrà vedrà.