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Juve, il giorno del giudizio: dalla difesa alle tre possibili sentenze

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Il Collegio di Garanzia dello Sport si prepara a sentenziare sul ricorso della Juve contro il meno 15: il punto della situazione

Da un anno a questa parte tutti i tifosi della Juve si sono ritrovati a dover diventare in parte giudici, avvocati e giuristi. Dall'inchiesta Prisma fino alle dimissioni del CDA e alla penalizzazione di 15 punti in classifica: cercare di capirci qualcosa nel groviglio della giustizia italiana è un'impresa non da poco. Quel che è certo è che oggi, mercoledì 19 aprile, sarà una giornata decisiva per le sorti della Juve.

Il Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI, infatti, si prepara a pronunciare la sentenza sul ricorso fatto dalla Vecchia Signora contro il meno 15. La Vecchia Signora nelle ben 100 pagine di ricorso ha mosso tre accuse alla Corte d'Appello della FIGC: "violazione delle norme di diritto", impossibilità ad "alcun contraddittorio della difesa dei deferiti" e "violazione del diritto di difesa". In parole povere secondo la Juve la Corte d'Appello avrebbe pronunciato una sentenza con alcuni vizi di forma e inoltre avrebbe impedito alla società di difendersi in maniera adeguata.

Il Collegio di Garanzia dello Sport non è un vero e proprio terzo grado di giudizio ma può soltanto deliberare sulla legittimità di quanto fatto dalla Corte d'Appello. La sentenza di oggi, attesa in serata, potrà andare quindi in tre direzioni: ricorso accolto, ovvero 15 punti restituiti alla Juve; ricorso respinto, ovvero conferma della sentenza della Corte d'Appello; rinvio alla Corte d'Appello. Secondo gli esperti questo terzo caso potrebbe essere il più plausibile. I giudici potrebbero quindi chiedere alla FIGC di riesaminare il caso (sarebbe la terza volta) e di diminuire la penalizzazione. Una sorta di via intermedia che potrebbe anche andar bene alla Juve. Insomma, un procedimento complicatissimo, senza dimenticarsi della seconda sentenza, quella sulle manovre stipendi, che potrebbe cambiare di nuovo le carte in tavola. Staremo a vedere.