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Juve, Gatti come Torricelli. L’ex terzino: “Ha qualità e personalità”

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In un'intervista a La Gazzetta dello Sport, l'ex terzino bianconero Torricelli ha parlato di Federico Gatti

redazionejuvenews

Dalla Serie D alla Serie A, una storia quella di Federico Gatti che ha dell'incredibile. Il difensore italiano fino a pochi anni fa non era neanche un calciatore professionista e giocava a calcio come secondo lavoro. Il primo era il muratore. Evidentemente da quella esperienza deve aver capito come si costruisce un muro, quello difensivo. La passata stagione il classe 1998 ha convinto tutti in Serie B con il Frosinone, tanto da guadagnarsi l'interesse della Juve, che lo ha acquistato. Pochi giorni fa l'esordio da titolare in nazionale. Un sogno.

Ma Gatti non è il primo a fare il salto dalla D alla A: 30 anni fa ci era riuscito anche Torricelli. In un'intervista a La Gazzetta dello Sport, l'ex terzino bianconero ha detto: "Lui ha fatto tutte le tappe: la C. la B.... II mio, invece, fu un salto quadruplo. A me servirono quattro stagioni di Juve prima di arrivare in nazionale, ma erano altri tempi. Ho visto la partita con l'Inghilterra e mi è piaciuto molto. Se debutti così in azzurro, senza neanche aver mai giocato in Serie A, significa non solo che hai qualità, ma anche personalità e un pizzico di sana incoscienza".

Com'è possibile che un giocatore che fino a pochi anni fa giocava in Serie D e faceva il muratore ora sia acquistato dalla Juve? "Basta avere un'occasione. lo la cercavo per giocare in Serie C, mi ritrovai alla Juve. Perché in fondo i calciatori si dividono in due categorie: i fuoriclasse e quelli normali. E solo i primi hanno un futuro già scritto". Ma riuscirà a giocare in bianconero? "Dipende tutto da lui. La Juve ha perso Chiellini e se Gatti in estate convince Allegri, un posto in rosa potrebbe essere libero per lui". Chiosa finale con un consiglio: "Si ricordi sempre che è più facile giocare nella Juve che contro la Juve. lo mi allenavo con Baggio, Moeller e Vialli, giocavo in difesa con Julio Cesar Koehler. Alla domenica ero più tranquillo che in settimana...".