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Juve, Donadoni: “Chiesa? Non lo vedo ancora come attaccante centrale”

Federico Chiesa esulta dopo un gol

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore Roberto Donadoni ha parlato del match di questa sera tra Italia e Svizzera

redazionejuvenews

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore Roberto Donadoni ha parlato del match di questa sera tra Italia e Svizzera: Sarà una gara delicata, l’Italia merita di andare in Qatar per tutto quello che ha fatto. La Svizzera è competitiva, ma io ci credo: abbiamo qualcosa in più, andremo al Mondiale. Anche gli episodi finora sono andati bene. Sicuramente abbiamo da perdere più di loro. Non facciamoci assillare dal risultato. Giochiamo mentalmente liberi, senza pensare “oddio, e se non ce la facciamo". Italia non qualificata per i mondiali? Non mi passa neanche per l’anticamera del cervello. Dopo l’Euro non possiamo non essere al Mondiale”.

In carriera Donadoni ha giocato come ala d'attacco, anche in nazionale. Ora al suo posto ci sono Insigne e Chiesa: sono suoi degni sostituti? “L’Insigne ultima versione, quello che taglia verso il centro, supera l’uomo in dribbling, rifinisce, mi somiglia un po’. Anche se io ero più portato alla fase difensiva, mentre lui è molto più bravo in attacco e segna tanti gol. Chiesa ha questo carattere immenso, si sacrifica per la squadra, arretra e, correndo a mille, a volte va un po’ fuori giri. Allegri dice che se lo ritrova esaurito dopo un’ora perché non sempre gestisce gli sforzi, ma è una cosa molto bella: Chiesa si entusiasma. I giocatori li preferisco così. Simile al padre? I geni solo quelli, soprattutto nel modo di tirare in porta. Enrico era più attaccante, io non vedo ancora Federico centrale, fa fatica, non ha riferimenti”.

Grazie alla vittoria di Euro2020, anche in Serie A si è cominciato a puntare sul bel gioco:È una mentalità ormai diffusa grazie anche a Mancini che ha avuto la forza il coraggio di puntare sui giovani. Prima c’erano molte più remore. Tutto il sistema sta cercando di imitarlo e ha preso coraggio. Pensare di giocare soltanto sull’avversario oggi sarebbe un limite. A volte sei costretto a difenderti, ma solo per differenza di qualità”.