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Evra: “Ronaldo via dalla Juve perché stava diventando un caprio espiatorio. Su Allegri…”

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L'ex difensore della Juve ha parlato

redazionejuvenews

Patrice Evra, ex difensore della Juve, ha parlato ai microfoni de La Repubblica per presentare la sua autobiografia. Di seguito riportiamo alcuni estratti della sua intervista: "Sono stato abusato sessualmente da un mio insegnante, quando avevo 13 anni. Per evitare di fare il pendolare in Francia, mi disse che potevo rimanere a dormire dalla sua. Io e la mia famiglia ci fidammo. Che errore. Quando la polizia qualche anno fa mi fece domande sul molestatore, allora già denunciato da altre vittime, decisi di tacere. Volevo concentrarmi sul calcio. Mi sono pentito. Ora quindi lo dico al mondo: i bambini devono denunciare immediatamente queste atrocità.

In Italia si lavora tanto, anzi troppo. Eppure, se si trovasse l’equilibrio giusto, le squadre italiane potrebbero vincere la Champions League con molta più facilità. In Italia però si spinge tutto all’estremo. C’è quasi una superstizione del lavoro, e l’ho vissuta alla Juventus, del tipo: “Se non ci alleniamo in maniera durissima, non vinceremo mai”. Non è vero. Per me è un segno di insicurezza. Sia chiaro: io ho sempre lavorato duro nella mia carriera. Ma alla Juventus era tutto esagerato. Il mio primo anno vincemmo il campionato e perdemmo la Champions League in finale. Ma sono convinto che quella coppa avremmo potuto vincerla se non fossimo arrivati così sfiniti, fisicamente e mentalmente. In Inghilterra prima dei big match si canta e si balla nello spogliatoio.

Conte e Allegri? La gente dice: “Con Conte era ancora peggio”. Per me invece è lo stesso. Allegri ti ammazza di lavoro, ma è intelligente perché te lo impone con il sorriso. Allegri è un vero “gobbo”, è l’allenatore juventino per eccellenza. Poi certo, tornare non è mai facile. Qualche settimana fa gli ho detto: “Molto è cambiato alla Juve, devi riadattarti anche tu, soprattutto ai giocatori più giovani, che magari sono più spaventati. Non essere troppo duro con loro". Allegri sa sempre come andrà una partita prima che cominci. Al ritorno degli ottavi di Champions 2015, a Dortmund, predisse tutto: “Accadrà questo, questo e questo… e noi faremo questo questo e questo”, ci annunciò nello spogliatoio. Andò così, per filo e per segno. Pazzesco. Prima della partita ci disse: “Questa per noi è un’amichevole”. Mentre qualche giorno prima contro il Genoa ci urlava contro in allenamento come prima di una finale di Champions League: “State concentrati! Muovetevi! Sveglia!”. Perché Allegri è così: è ossessionato dalle partite contro le piccole

Perché Ronaldo vai dalla Juve? Perché Cristiano ha bisogno di amore e rispetto. Ha capito che a Torino stava diventando il capro espiatorio dei risultati insoddisfacenti della Juve. Ma molti dimenticano che vincere la Serie A è un’impresa ogni anno. Se chiedi ad Agnelli, il vero obiettivo della Juve ogni anno per lui è sempre trionfare in campionato, non in Champions. Le critiche in Italia a Ronaldo sono state ridicole e anche un po’ ipocrite. Poi le parole di Allegri in conferenza stampa, quando disse “Cristiano non giocherà tutte le partite”, hanno avuto anche il loro peso. Non c’è bisogno di dire certe cose in pubblico, dille in privato. Perché Cristiano le sente e ne risente. Insomma, Ronaldo ha temuto di essere considerato il primo colpevole degli insuccessi. Inoltre, anche se ha giocato al Real e alla Juve, l’unico vero amore di Cristiano è il Manchester United".