ESCLUSIVA - Albanese: "Dal mercato tre innesti, ma anche.."

ESCLUSIVA – Albanese: “Dal mercato tre innesti, ma anche..”

Il giornalista ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni del mercato della Juventus e del Mondiale per Club in cui è impegnata la squadra bianconera

La Juventus è impegnata nel Mondiale per Club dove ha esordito vincendo 5-0 contro l’Al-Ain. I bianconeri sono concentrarti sulla nuova competizione che si sta svolgendo in America, con un occhio a quello che potrà regalare il calciomercato durante la prossima sessione estiva.

Di questo e di altri temi ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni il giornalista Giovanni Albanese: Al netto della partita di esordio e dell’avversario, ciò che bisognava vedere da parte della Juve era un segnale forte di mentalità, il voler dimostrare di essere all’altezza della storia del club, da parte del gruppo e di Tudor. Considerando il finale di campionato, positivo per l’obiettivo raggiunto, la squadra sembra sia uscita dalla sua bolla, anche se erano emersi dubbi sul fatto che i problemi con Motta non fossero risolti. Questo Mondiale può essere definito come una seconda possibilità per quelli che, viste le prestazioni durante l’anno, sarebbero stati tagliati totalmente: chi si vuole tenere la Juve ha una nuova possibilità, e lo hanno anche la società e l’allenatore, che prima di dare forma al nuovo progetto cercheranno di capire dove bisogna intervenire. Ho visto con positività la mentalità espressa dalla squadra, e credo che siano sulla buona strada per andare avanti in maniera positiva”. 

Sembra che qualcosa durante l’anno sia mancato..

“La vituperata mancanza di mentalità a me è sembrata una scusa per giustificare o non volere spiegare quello che era successo veramente. Ogni club ha una storia e una sua identità e dei principi sui quali si è sviluppato e ha costruito dei cicli, e questa non si può stravolgere. Motta ha avuto la libertà di cercare di imporre dei suoi principi che mettevano in discussione ciò che la Juventus è sempre stata. Tudor per ora ha riportato questi principi, avendo avuto il riconoscimento da parte di tutti, viste anche le parole dei giocatori, grazie soprattutto alla conoscenza profonda che ha della Juventus. Oltre a questo, il gruppo aveva problematiche che non avevano soluzioni nell’immediato, come infortuni o condizioni mentali di alcuni dei calciatori. Azzerando tutto le aspettative sono più alte, ma ora va dato spazio e tempo al tecnico croato perché il suo credo calcistico venga condiviso dalla squadra”.

Serve anche un cambiamento ai piani alti.

La proprietà con gli esoneri di Motta e Giuntoli ha riconosciuto l’errore che ha commesso. Motta ha fatto quello che pensava giusto ma nessuno gli ha ricordato dove era perché nessuno poteva farlo. Oggi le cose sono cambiate: un qualsiasi allenatore parla con Chiellini, uno che di Juventus sa tanto. I nuovi dirigenti saranno le migliori espressioni possibili di collaboratori che oggi servono per completare l’area sportiva. Comunque ritengo che con Comolli e Chiellini che hanno in mano il processo decisionale, i due nuovi direttori, sportivo e tecnico, incideranno poco. Non mi aspetto quindi nomi di prima fascia, soprattutto avendo sentito le parole di Comolli. Saranno persone che nel loro ruolo avranno conoscenze ritenute giuste e che daranno il loro contributo, ma chi prenderà le decisioni già è in società”.

Ha ragione Tudor quando dice che bastano tre innesti sul mercato? 

“Credo di si, servono però un difensore, un centrocampista e un attaccante forti, di livello europeo, che alzino l’asticella della competitività. Lui credo intenda questo quando parla di tre rinforzi. Poi questa rosa ha anche la necessità di alleggerire ogni tanto dalle fatiche qualche giocatore importante e di mettere dentro due tre riferimenti che alleggeriscano la pressione ai giovani. Un paio di innesti andrebbero fatti, ma devono essere giocatori mirati, non titolarissimi, che possano dare una mano nelle settimane di grande pressione che ci saranno il prossimo anno”.

Yildiz in questo senso sarà il punto centrale del progetto? 

Oggi attorno a lui la Juventus sta costruendo il suo progetto tecnico, che è un sotto cerchio di quello sportivo. Nel processo di sviluppo di questa nuova linea ci dovranno essere anche altre cose, come quella di proteggere i propri talenti. Il turco è ancora giovane ed è normale che vivrà dei momenti altalenanti. Caricarlo di troppe responsabilità non serve: lui è consapevole di essere il numero 10 della Juventus, che lo allinea a tutti quelli che sono stati simbolo del club. Ogni epoca ha avuto un riferimento, lui lo dovrà essere per quella che sta iniziando. Non si è mai tirato indietro, sta a lui fare il percorso e al club creargli un progetto sportivo intorno che lo possa valorizzare e non bruciare”.

Grazie a Giovanni Albanese per la sua disponibilità e cortesia.

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