La Juventus ha vinto la seconda partita del girone del Mondiale per Club, assicurandosi il passaggio agli ottavi di finale. La sfida di giovedì contro il Manchester City decreterà quale delle due squadre otterrà il primo posto, con i bianconeri che potrebbero accontentarsi di un pareggio per passare come primi.
Del momento della squadra e delle sue prospettive future ha parlato il giornalista Giancarlo Padovan, intervistato in esclusiva dai nostri microfoni: “Comincio a pensare che la Juventus possa essere protagonista in questo torneo. Non credevo che Tudor potesse dare riferimenti in così poco tempo, ma i fatti mi stanno facendo ricredere. Penso che i bianconeri possano giocare un ruolo da protagonisti anche perché la squadra sembra abbia un invidiabile forma atletica: sembra che stia bene fisicamente, che non soffra il caldo, e sembra recuperare bene tra le partite. È una squadra che sembra in forma. Vincere il Mondiale mi pare difficile, ma fare bene è alla portata. Alla Juventus il passaggio del turno ha già portato soldi, e più va avanti più ne incasserà, anche se dall’altra parte andare avanti potrebbe compromettere la preparazione per la prossima stagione. Detto questo, le squadre senza pressioni non hanno limiti, ed inizio a pensare che i bianconeri possono arrivare più lontano di quanto ci si aspetti. Avere la mente libera, non avendo l’obbligo di vincere, fa si che una squadra giochi senza pensieri e preoccupazioni, per questo la vedo molto bene”.
Inizia a vedersi la mano di Tudor.
“Fin da subito ritenevo che Tudor sarebbe stato decisivo per la conquista della Champions. Viene da esperienze in cui ha sempre lasciato il segno, sia dal punto di vista del gioco, che da quello della mentalità e della determinazione. Per me può fare ancora molto di più, e non pensavo che una squadra che ha finito il campionato raggiungendo l’obiettivo minimo trovasse subito questa coesione e questa forza, questo grande atteggiamento di rivincita che vedo. Credo che Tudor sia un ottimo allenatore ed è tanto una grande scommessa per la Juve, quanto la Juve è grande scommessa per lui, che si sta giocando la carriera. Anche in campo si vedono cose nuove, il possesso palla è fatto in movimento, la squadra non è mai statica, ci sono triangolazioni più che verticalizzazioni, si percepisce la necessità di andare al tiro nel minor tempo possibile. Vedo giocatori che si sono liberati del giogo delle consegne che avevano. Se la squadra sta facendo bene è per merito suo”.
Forse la testa dei giocatori è più libera e meno oppressa?
“Non credo che lui lasci liberi i giocatori di fare quello che vogliono, ma da lui sono arrivati principi all’interno dei quali i giocatori sono liberi di trovare soluzioni. So che Motta era rigido rispetto alle consegne che dava ai giocatori e non era empatico nei loro confronti, e questo è stato il maggiore problema. Poi bisogna chiedersi se il sistema di gioco adottato da Motta fosse il più adatto alla squadra, cosa che non credo. Ora sembra come se i giocatori abbiano fatto tabula rasa delle cose che c’erano prima, che li disturbavano e che erano nocive per la squadra, sia per come stava in campo, che per come venivano svolti i compiti. Tudor è stato confermato per due anni, può costruire qualcosa ed aprire una nuova fase per la Juventus: nonostante le apparenze credo sia più morbido e empatico verso la squadra, e questo da subito si vede che è un valore aggiunto. Motta ha sbagliato nella gestione di squadra e giocatori, non sapendo modificare e adattare il suo sistema di gioco rispetto alle risorse di cui disponeva”.
La squadra sembra unita e compatta, quasi come se tutti fossero dei leader.
“Non credo infatti Tudor cerchi un leader specifico. Credo piuttosto che il leader sia il gioco e che il carico di responsabilità venga equamente diviso tra tutti. Se ogni giocatore che ha la palla è un leader, allora è tutto più facile. Ieri ho visto sia Thuram che Cambiaso, che fino a poco tempo fa sembrava un ex giocatore, essere leader nei momenti importanti. C’è grande unità di squadra e credo che sia questo quello che vuole Tudor, che ogni giocatore sia un leader: tutti devono essere in grado di trascinare la squadra quando gli viene chiesto”.
Molti giocatori sembrano essersi scollati di dosso tanti pesi, Yildiz su tutti.
“Il turco ha trovato nuova linfa da quando è arrivato Tudor: è migliorato dal punto di vista fisico e delle motivazioni. Lui è il presente e il futuro della Juve, e in questa manifestazione lo sta dimostrando. Fare gol in campo internazionale, anche se gli avversari non sono tanto qualificanti, è sempre difficile: lui sente la fiducia di tutti, dall’allenatore alla società. Si sente cercato dai compagni e si sente gratificato. Potrà essere un giocatore significativo che è destinato ad una crescita esponenziale. Di giorno in giorno si vede che migliora ed è un miglioramento che unisce talento a lavoro, conoscenze a qualità a quantità. Credo sia un giocatore che naturalmente sia destinato a diventare un grande”.
Tema mercato. Cosa serve a questa squadra?
“Credo Tudor abbia ragione nel dire che con tre acquisti di qualità si possa fare bene. Anche perché ci saranno anche molti rientri, come quello di Bremer, la cui assenza è stata molto influente. Servono poi altri puntelli per migliorar la squadra in generale, ma un giocatore di caratura internazionale per ruolo credo basterà. Lo scorso anno la politica di vendere i giovani per prendere giocatori maturi è stata una politica suicida. Con questi tre innesti e con il recupero di giocatori importanti, come Douglas Luis e Koopmeiners, che vanno recuperati anche per quello che sono costati, penso la Juve potrà dire seriamente la sua”.
Un grazie a Giancarlo Padovan per la sua disponibilità e cortesia.