Alla Continassa oggi non è stato un giorno qualsiasi. Nel centro sportivo dove di solito si pensa solo a tattiche e prossime partite, la Juventus ha deciso di fermarsi e guardare indietro.
I vertici del club – Damien Comolli, Giorgio Chiellini e Francois Modesto – hanno accolto alcuni dei protagonisti del 1985, l’anno della Coppa Intercontinentale vinta contro l’Argentinos Juniors, quando la Juve si proclamò campione del mondo. Nella clip pubblicata sui canali ufficiali si vedono Koopmeiners, Vlahovic, Yildiz e gli altri bianconeri di oggi avvicinarsi con rispetto a chi quella maglia l’ha resa grande: abbracci a Michel Platini, strette di mano a Tacconi, sorrisi con Brio. Gesti brevi, ma dal peso enorme: è il filo che unisce generazioni diverse sotto gli stessi colori. La giornata, però, non è stata solo celebrazione. Pioli e compagni hanno voluto rendere omaggio anche alla ferita più dolorosa di quella stagione: l’Heysel. La delegazione si è spostata a «Verso Altrove», il memoriale a pochi isolati dalla Continassa che ricorda i 39 tifosi morti il 29 maggio 1985. Lì il clima cambia: meno parole, più silenzi. Il calcio lascia spazio alla memoria e al rispetto. È il promemoria più forte di tutti: la storia della Juventus non è fatta solo di trofei, ma anche di responsabilità verso chi non c’è più.
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