Cremonese, Audero: "La partita contro la Juve si carica da sola. Su Spalletti penso che..."

Cremonese, Audero: “La partita contro la Juve si carica da sola. Su Spalletti penso che…”

Emil Audero
Le dichiarazioni rilasciate dall'attuale portiere della Cremonese in un'intervista ai taccuini di Tuttosport

Emil Audero, attualmente portiere della Cremonese, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport nella quale ha parlato dell’attuale momento che sta vivendo la squadra di Nicola ma anche del periodo che sta vivendo la Juventus, compreso l’arrivo di Luciano Spalletti. Di seguito l’intervista completa:

Emil Audero, lei è appena rientrato dopo l’infortunio. Prima partita contro il Genoa e la Cremonese torna a vincere.
“La vittoria ci mancava da un po’ di tempo ormai, è stata una bella serata. Siamo tornati a Cremona con un bel sapore, non c’era modo migliore per avvicinarsi alla sfida contro la Juve. Per me era una partita diversa dalle altre: ho trascorso tanti anni alla Sampdoria, quindi so che cosa vuol dire giocare a Marassi”.

Si aspettava, dopo nove giornate, che la Cremonese avesse un solo punto in meno della Juve?
“Nel calcio moderno abbiamo capito che niente è scontato. Non potevamo prevedere un avvio così, ovviamente. Noi partiamo con un obiettivo molto chiaro: sappiamo che dobbiamo salvarci. Ma se riusciamo a trovare un’identità chiara siamo in grado di fare grandi cose. Siamo in simbiosi totale con l’allenatore. Vogliamo portare avanti il nostro percorso, ma siamo consapevoli di essere ancora molto lontani dall’obiettivo. Per cui, piedi per terra”.

“Con un sorteggio normale e la Cremonese al posto del Milan la Juventus sarebbe stata prima”, è stata una delle frasi che hanno contribuito ad affossare Tudor. Ci tolga una curiosità: Davide Nicola vi ha stuzzicato su questa considerazione?
“No, il mister ci carica in un modo giusto e soprattutto abbiamo dovuto pensare prima all’Atalanta e poi al Genoa. Non ci ha parlato della frase di Tudor, che ovviamente abbiamo ascoltato tutti. Ma noi non ci abbiamo dato troppo peso: era una considerazione fine a se stessa. La partita contro la Juve si carica da sola”.

Quest’estate cosa l’ha convinta a scegliere Cremona?
“Mi hanno presentato la società: in due giorni abbiamo fatto tutto. Da parte mia non ho mai avuto dubbi. Anche Nicola mi ha voluto fortemente. La Cremonese voleva giocatori di categoria, io volevo ritornare ad essere protagonista in Serie A, per cui le loro idee andavano di pari passo con le mie”.

È vero che a luglio stava per tornare alla Juve per affiancare Di Gregorio?
“C’è stata una possibilità nella possibilità, non lo nego. Era tutto legato alla possibile partenza di Mattia Perin, che a certe condizioni poteva andare via. Potevo essere un’opzione per sostituirlo, quindi rientravo in una lista di nomi. Poi, però, quest’ipotesi è tramontata. Di concreto, in fondo, c’è stato poco”.

Se le dico Juve, lei come riassume i suoi anni bianconeri?
“Mi reputo molto fortunato perché ho fatto nove anni alla Juve: dal settore giovanile alla prima squadra. Mi hanno voluto tenere in una squadra di campioni assoluti, ho imparato tanto e penso di essere cresciuto tantissimo in quel periodo. Ho vissuto una Juve straordinaria: c’è gente che avrebbe pagato per giocare in quella squadra, veramente piena di fenomeni. Sono cresciuto accanto a Buffon: mi sono affezionato a lui come campione e come persona. Non capita a tutti questa possibilità. Ma non c’era mica solo lui: parliamo di un gruppo straordinario. Ero il ragazzo giovane che provava ad imparare dai migliori, mi ha dato una grande carica per gli anni successivi. Alla Juve ho imparato a lavorare: quando calcia Dybala o Pogba, in allenamento, è un privilegio per un portiere. Quando sono andato a Venezia ho trovato la strada in discesa, ero già pronto”.

Le è rimasto il rimpianto, dopo una lunga trafila alla Juve, di non essere rimasto nel giro degli eredi di Buffon?
“I pro e contro di stare alla Juve sono questi. A Torino ti alleni con gente di livello assoluto, ma al tempo stesso lo spazio per dimostrare è poco. Non pretendevo di togliere il posto a Buffon, uno è consapevole di non avere la possibilità di arrivare a quello step. Al ritorno da Venezia, però, sono stato fiero degli anni trascorsi alla Samp. So quanto è difficile essere il portiere della Juve, ma non era il mio momento. Per questo non ho rimpianti: Buffon aveva ancora tanti anni davanti”.

Parlava di pressioni. Ma cosa significa essere il portiere della Juve?
“Ho vissuto un Buffon molto esperto, stava benissimo e a livello di testa aveva qualcosa in più. Lui era pronto, a tutto. La Juve ha sempre avuto portieri top: per fortuna ho avuto la possibilità di condividere lo spogliatoio con Gigi. Aveva un carisma unico. Magnetico, era fondamentale per il gruppo”.

Domani si ritrova di fronte Michele Di Gregorio, anche lui classe ‘97. Vi legano tanti derby d’Italia nel settore giovanile: lui all’Inter e lei alla Juve.
“Con Di Gregorio abbiamo vissuto tante sfide uno contro l’altro. Rispetto tanto Michele, è molto forte: non ha un ruolo facile. Ha fatto vedere di essere un grande portiere. Se penso a lui, mi fa piacere che con percorsi differenti siamo arrivati ad essere stabilmente in Serie A”.

Quest’anno a Cremona c’è Jamie Vardy, di diritto una leggenda del calcio inglese e internazionale. Che tipo di persona ha trovato?
“Vardy è una persona di una semplicità unica, siamo seduti vicino nello spogliatoio. È proprio così come appare: un ragazzo umile, regolare, lo troviamo già presto al centro sportivo. Lui era abituato a certi ritmi di lavoro in Premier League, stanno cercando di non scombussolarlo. Si è calato benissimo nella nostra realtà. Nessuno l’ha obbligato a venire qui. Significa che è ancora motivato: nonostante l’età ci sta dando tantissimo. Va gestito, siamo tutti molto contenti di averlo con noi”.

Domani troverete Luciano Spalletti sulla panchina bianconera. È l’uomo giusto per il rilancio della Juve?
“Sicuramente Spalletti è l’uomo più indicato per questa missione. Lo conosciamo bene, arriva da un passato recente molto importante. Può dare quel qualcosa in più che serve al club. Se uno va a guardare i giocatori del passato è chiaro che il paragone diventi scomodo, ma questa Juve va rispettata. Hanno tantissimi nazionali, con un cambio di allenatore ci sarà aria fresca. Mi aspetto una partita molto difficile, non sappiamo che squadra troveremo davanti”.

x