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Allegri: “A giugno vorrei rientrare, potrei tornare in Italia”. Sul ritorno alla Juventus…

L'ex allenatore della Juve Max Allegri

L'ex allenatore della Juventus ha parlato

redazionejuvenews

TORINO - L'ex allenatore della Juventus, Max Allegri, ha parlato ieri sera ai microfoni di Sky Calcio Club. Queste le sua parole: "Futuro? Non so ancora niente, stasera è un piacere essere qui e fare una chiacchierata. Ho visto un po’ di partite, quando alleno ne vedo poche e mi annoio. Ora ho ripreso per immedesimarmi negli allenatori, capire il perché delle loro scelte. Ho fatto delle riflessioni. L’unica che tre anni fa mi cercò fu il Real Madrid ma ero ancora in parola con la Juventus. Sicuramente a giugno voglio rientrare. Mi affascina l’Inghilterra cosi come la Spagna, ma potrei ritornare anche in Italia. Juve in Champions? Nelle due partite avrebbe forse meritato di passare la Juventus e mi dispiace per i ragazzi ma io ne faccio più un discorso globale. Bisogna lavorare sulle individualità perché poi ci lamentiamo se il terzino sbaglia cento cross: va bene l’organizzazione ma poi diventa fondamentale poter contare su undici giocatori che sappiano giocare la palla. Alla Juventus è difficile dire cosa manchi. Sono in finale di Coppa Italia mentre la Champions è sempre una lotteria, ancor di più dopo la pandemia. Chiesa sta facendo delle ottime cose, Morata era partito forte e a centrocampo c’è qualità; tuttavia, con un cambio generazionale è normale ricostruire. Bentancur non può giocare davanti la difesa, o comunque può farlo al massimo una partita. Con me ne faceva una e poi dieci da mezzala perché Rodrigo è bravissimo ma da vertice basso ha tempi diversi. Però è un giocatore importante".

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Poi ancora: "Cardiff? Ettore Messina, coach dell’Armani Jeans e della Nazionale di basket, disse che le grandi sfide si vincono con le grandi difese: ha ragione. Noi, in finale di Champions a Cardiff, perdemmo perché il Real Madrid difese meglio di noi. Alla Juventus sono stati cinque anni bellissimi. Era arrivato un momento in cui lasciarsi era diventato naturale. Mi dispiace per la sconfitta della Juventus di oggi ma bisogna rendere merito al Benevento. Ci tornerei alla Juventus? Non lo so, ora è impossibile dirlo. Dybala? Io ho imparato una cosa: quando andai a giocare a Pescara, il mister mi disse di arretrare perché davanti ero troppo macchinoso. Allo stesso modo, quando venne Dybala, gli dissi che non poteva fare il centravanti alla Juventus perché rispetto al Palermo era un altro ruolo. Non a caso, Paulo dà il meglio di sé quando ha una prima punta al suo fianco. CR7? La gestione, con uno come Ronaldo in squadra, ovviamente è diversa. Come si smarca e attacca la porta Cristiano è unico. Poi la testa: il suo mettersi in gioco, il ricercare sempre nuovi stimoli è una qualità assurda che l’ha portato a vincere cinque palloni d’oro. Lui ha l’ossessione di voler fare gol e i compagni di reparto devono essere bravi ad occupare gli spazi che lascia e che crea".

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