ESCLUSIVA DAINO: “Napoli-Juve? Sarà una partita molto importante soprattutto per i partenopei e ricca di insidie per i bianconeri". - JuveNews.eu

ESCLUSIVA DAINO: “Napoli-Juve? Sarà una partita molto importante soprattutto per i partenopei e ricca di insidie per i bianconeri”.

Daniele Daino
L’ex terzino ed attuale opinionista di Sportitalia ci ha rilasciato un’esclusiva intervista

di Marco Guido

Daniele Daino, ex terzino che ha disputato nelle fila del Napoli una stagione, ci ha rilasciato un’esclusiva intervista nella quale abbiamo parlato della sfida che Domenica sera si disputerà allo stadio San Paolo tra i partenopei ed i bianconeri. Ecco cosa ci ha raccontato:

Domenica si gioca Napoli-Juventus, che partita ti aspetti di vedere? “E’ sempre una bella partita al di là del momento che sta attraversando il Napoli. La partita di coppa contro la Lazio ha mostrato un Napoli più concentrato ma che però lascia e concede ancora troppo alle avversarie: la squadra di Inzaghi ha avuto tantissime occasione per poter pareggiare. Sarà una gara importante soprattutto per il Napoli perché potrebbe dare una piccola svolta alla stagione partenopea ma comunque complicata anche per la Juventus, forse più di quanto non possa sembrare in questo momento. La Juventus è la favorita di diritto ma vedo tante insidie in questa gara per i bianconeri”.

Credi che l’impronta di Sarri si inizi ad intravedere sulla squadra bianconera? “Non è ancora la Juve di Sarri che sta comunque facendo benissimo perché non esasperando l’applicazione dei suoi concetti per diverse ragioni: uno è sicuramente la tipologia dei giocatori che ha a disposizione soprattutto a centrocampo dove Pjanic è forse l’unico giocatore che ha le caratteristiche per poter fare il proprio gioco. Gli altri sono giocatori di ottimo profilo soprattutto dal punto di vista fisico ma dal punto di vista qualitativo forse non permettono al tecnico di imporre il proprio gioco. Sarri sta facendo benissimo ma ora deve trovare un equilibrio soprattutto a centrocampo dove forse gli importanti rinforzi arrivati in estate stanno forse rendendo meno di quanto ci si attendeva. E’ la “vecchia guardia” che sta trascinando la stagione dei bianconeri”.

Juventus, Inter o Lazio: qual’è la tua favorita per lo scudetto? “La Lazio per diritto lotterà per lo scudetto, i suoi numeri sono impressionanti, è l’unica squadra che è riuscita a battere la Juventus due volte, hanno il capocannoniere del torneo ed un centrocampo che secondo me rappresenta il vero segreto di questa squadra, tra i migliori del campionato sia per qualità che per quantità. L’Inter di Conte, attualmente sembra accusa una piccola flessione ma il mercato di Gennaio aiuterà la squadra nerazzurra a continuare a lottare fino alla fine per lo scudetto. La favorita rimane la Juventus ma mai come quest’anno bisognerà attendere la fine del torneo anche se i bianconeri per qualità e completezza dell’organico rimangono i principali per la vittoria finale”.

Credi che il tridente Higuain, Dybala, Ronaldo sia una soluzione utilizzabile con continuità da mister Sarri o la vedi più come una soluzione estemporanea? “E’ sicuramente un’arma a disposizione di Sarri per la qualità dei tre giocatori. Sono convinto però che possa essere utilizzata solo in certe occasioni: Sarri che è un allenatore molto preparato e intelligente la utilizzerà in base agli avversari e lui riconoscerà il momento per poter schierare i tre attaccanti contemporaneamente. Non puoi permetterti di giocatori di questo tipo con tutte le squadre ma questa soluzione potrebbe essere utilizzata magari a gara in corso, per cercare di recuperare il risultato. Attualmente vedo Dybala e Ronaldo in una condizione stratosferica, mentre Higuain sta vivendo un momento di flessione, non è più reattivo come ad inizio stagione e quindi adesso vedo i primi due titolari fissi”.

Pensi che la crisi del Napoli sia riconducibile solamente al famoso ritiro boicottato dai giocatori? “Il motivo è più profondo ed arriva da più lontano. Il declino delle prestazioni del Napoli secondo me nasce già nella passata stagione quando i partenopei chiusero al secondo posto in classifica ma molto lontani dalla Juventus. Personalmente credo che la scelta di sostituire Sarri con Ancellotti sia stata la migliore perché, nonostante la preparazione e il palmares di Ancellotti probabilmente sarebbe stato più adatto un allenatore più “giochista” per dare continuità al progetto iniziato fin dai tempi di Benitez e migliorato da Sarri come ad esempio De Zerbi del Sassuolo o Fonseca della Roma ma probabilmente la società ha preferito assumere un allenatore di carisma e pluridecorato come Ancellotti per calmare una piazza che aveva dovuto salutare un tecnico che aveva fatto molto bene. Già nel primo anno io avevo notato delle difficoltà, delle carenze dal punto di vista del gioco che, col passare del tempo, sono ulteriormente peggiorate. Il cambio del modulo, passando al 4-4-2 o utilizzare Insigne come esterno di centrocampo invece che attaccante nel tridente, le prestazioni a centrocampo di Allan da eccelse sono diventate medie. Il ritiro, le multe hanno aggravato ulteriormente queste difficoltà. Dal prossimo anno il Napoli dovrà probabilmente rimettere in piedi un nuovo ciclo”.

Ti avevo sorpreso l’esonero di Ancellotti? Credi che Gattuso sia l’allenatore giusto per risollevare questo Napoli in crisi? “E’ stato giusto chiamare un tecnico come Gattuso per le sue qualità di motivatore anche se la sua visione di calcio è diversa da quella di Ancellotti e Sarri. Gattuso ha la grande opportunità di far suo questo Napoli, dandogli una propria identità già a partire da questa stagione. Demme che ha giocato facendo bene contro la Lazio è un giocatore che piace al nuovo tecnico che predilige un centrocampo di gamba, di corsa rispetto alla grande qualità che ha ad esempio Fabian Ruiz che non sembra piacere moltissimo a Gattuso. Deve trovare continuità nei risultati e far vedere la sua mano sia ai tifosi che alla società che a fine stagione deciderà se ripartire da lui”.

A Napoli hai vissuto una stagione giovanissimo, che ricordi hai di quell’esperienza? “Ero andato in prestito secco dal Milan ed è stata una bellissima esperienza perché è sempre bello indossare quella prestigiosa maglia in una piazza che ha un calore unico. Disputai un ottimo campionato giocando quasi tutte le partite e vincendo il premio di miglior giocatore della stagione a 18 anni. Sono ancora riconosciuto come un giocatore che ha lasciato un segno, nonostante non sia stata una stagione esaltante dal punto di vista collettivo, dal punto di vista personale invece è stata entusiasmante sia per le prestazioni che per il fatto di aver giocato in una piazza così importante, un’esperienza che ti resta dentro per tutta la vita”.

Ringraziamo naturalmente Daniele Daino per la cortese disponibilità.