L’ex calciatore ed attaccante della Juventus David Trezeguet, ha parlato ospite dello Juventus Fan Club della città di Bari, durante l’evento “Spirito Gobbo Bari Gianluca Vialli”: “La Juve è stata la mia vita: lì ho scritto la mia storia. Rimanere a Torino anche dopo la retrocessione penso abbia rappresentato il momento più importante della mia carriera. La società ci diede la possibilità di andare via, ma io non volevo. Sentivo il bisogno di ricambiare l’amore del club. Purtroppo ci hanno tolto degli scudetti nonostante ce li fossimo guadagnati sul campo. Abbiamo dimostrato di essere i più forti, la squadra più importante, eppure è andata come è andata. Il goal a cui sono più legato? Facile: quello del 5 maggio”.
“La Juve sta cercando in tutti i modi di tornare ad alzare dei trofei. La verità è che sono cambiate tante cose, a cominciare dai dirigenti, e penso che con il tempo il club abbia perso la sua identità. Ci sarà tanto da lavorare per ripristinarla. In questi anni in Argentina ho studiato per diventare un direttore sportivo. Sono pronto e aspetto solo che mi venga data un’opportunità. Se tornerei alla Juve? Assolutamente sì, come del resto tornerebbe Alex Del Piero. Sono contento quando vedo società che decidono di includere nella dirigenza ex calciatori che hanno scritto la storia del club”
“In attacco sono arrivati David, Openda e Zhegrova. Giocatori interessanti e dalla buona qualità tecnica, ma alla Juve non basta questo. Starà a loro – con l’aiuto di Tudor – farci vedere che meritano di difendere questi colori. Da Vlahovic, ad esempio, ci aspettavamo tutti di più. Forse ci siamo sbagliati: giocare alla Fiorentina non è come farlo per la Juventus. Sono passati tre anni eppure Dusan non sembra aver capito dove si trovi. Anche se a dire la verità ora mi pare più sereno: sembra quasi che si sia spogliato di quella responsabilità di cui si è sempre investito. Ora che non lo eleggiamo più come un titolare fisso, paradossalmente, ha ricominciato a segnare con continuità. Forse è questa la sua dimensione: un giocatore concreto a gara in corso”.
“Non sarebbe stato male giocare con Kenan Yildiz. Un ragazzo davvero interessante, semplicemente diverso. Incarna l’idea del 10 puro: quando ha la palla tra i piedi dà sempre l’impressione di poter fare qualcosa di speciale. Nella mia testa infatti lo vedo più seconda punta che ala. L’ho ammirato nelle gare del Mondiale per Club e mi ha davvero impressionato. É giovane, bisogna lasciarlo crescere”.