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Mancini: “Perché sono rimasto dopo la Macedonia? Non lo so…”

redazionejuvenews

Il commissario tecnico azzurro è intervenuto al Social Football Summit, dove ha parlato della Nazionale e del momento del calcio italiano

Nel weekend tornerà la Serie A, con la Juventusche ospiterà il Bologna. Durante la pausa però l'Italia è tornata a sorridere, con le due vittorie contro Inghilterra e Ungheria, valse la qualificazione alle final four di Nations League. La delusione per la mancata qualificazione al Mondiale però è ancora forte. Intervenuto al Social Football Summit, il ct Roberto Mancini è tornato sull'argomento: "Perché sono rimasto dopo la Macedonia? Sinceramente non lo so. In quel momento volevo solo girare pagina. Però vincere l'Europeo dà una gioia incredibile. Ora dobbiamo aspettare qualche anno e poi vogliamo riprovare quelle emozioni".

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Doppio impegno positivo: "Siamo contenti per ciò che è successo in questa settimana. Ma purtroppo è un brodino rispetto a quello che abbiamo passato negli ultimi mesi. Non mi passa perché non meritavamo l'esclusione dal Mondiale. L'Inghilterra che abbiamo battuto a San Siro potrebbe vincere il Mondiale, ma anche l'Ungheria era davvero forte. I ragazzi hanno messo tutto in un momento in cui la condizione non è al massimo peraltro".

I giovani: "La Nazionale dà qualche delusione ma anche soddisfazioni, se si riesce a migliorare qualcosa e dare un po' più di fiducia ai più giovani e gli si permette di sbagliare. Io da giovane ho fatto tutto e capisco chi sbaglia. La porta della Nazionale è aperta a tutti, anche a coloro che hanno avuto un comportamento sbagliato. Basta chiedere scusa e si viene subito riaccolti".

La tecnologia: "Per me sono stati 40 anni straordinari con l'Italia. Quando ho iniziato io non avevamo nulla di tecnologico. Era tutto fatto a vista anche se l'occhio non sbaglia. I mezzi di oggi ci hanno dato una grande mano però è veramente tutto cambiato da molto tempo. Avere due-tre telecamere con noi ha significato doverci adeguare anche a quello. La vita ormai è questa e bisogna saperci convivere. I dati sono importanti: sono un elemento di cui non si può più fare a meno".