In una lunga intervista rilasciata ai taccuini di Tuttosport, Cesare Prandelli ha espresso la sua opinione sul periodo recente vissuto dalla Juventus. Di seguito l’intervista completa:
Cesare Prandelli, da dove partiamo?
“Sto vedendo tante squadre non ancora pronte, ma è normale: col mercato aperto fi no a fi ne agosto, a campionato già iniziato e con risorse che per i club italiani sono limitate, chi trae vantaggi immediati è chi ha cambiato meno tra i titolari. Ci sono tante realtà che stanno cercando di cambiare filosofi a a livello tattico. Per esempio, sono molto stuzzicato dal Como. Hanno idee, giovani di valore e un progetto molto chiaro. Per me è un fenomeno da studiare: ogni anno mette qualcosa in più. Nel tempo può diventare il Parma degli anni ‘90: c’è un progetto tecnico forte e hanno l’ambizione di crearsi i campioni in casa, mentre quel Parma lì prendeva già formati. Il fatto che Fabregas sia rimasto è il segnale del percorso che vogliono intraprendere“.
Campionato incerto, con risultati spiazzanti. La Juve, per esempio, ha deluso tanto a Verona. Si aspettava questo passo indietro?
“Non ne parlerei in questi termini. Secondo me i bianconeri hanno trovato un ottimo Verona. Sono sempre più rapito da Sean Sogliano: ha di nuovo pescato tra gli sconosciuti, prendendo elementi giusti. Bravo anche Paolo Zanetti, hanno fatto una prestazione davvero notevole. La Juve era partita molto bene, ma l’episodio del rigore li ha penalizzati“.
Cosa è mancato alla Juve al Bentegodi?
“Un po’ di rodaggio dei nuovi. Ma attenzione: il fatto che Tudor abbia tante soluzioni offensive in grado di cambiare la partita, nell’era delle cinque sostituzioni, è fondamentale. Nel tempo si rivelerà un grandissimo vantaggio competitivo: in pochi hanno l’assortimento della Juve davanti“.
Non c’è il rischio che David e Openda pestino i piedi a Vlahovic, già autore di 4 gol?
“Assolutamente no, anzi. David e Openda sono entrambi molto diversi da Vlahovic. Dico una cosa che può stupire: nelle pochissime partite in cui Yildiz dovrà riposare per me possono persino giocare tutti e tre in contemporanea. Li vedo tutti funzionali a Tudor, che non è ingabbiato dai moduli o da un’eccessiva rigidità tattica, anzi mi piace come legge le partite nella ripresa“.
Lei ha citato Vlahovic, che conosce molto bene dai tempi della Fiorentina. Cosa pensa della sua estate?
“Dusan ha dato una grande dimostrazione di serietà. Ha saputo sopportare tutto. I suoi gol sono il simbolo del suo equilibrio interiore: a 25 anni ha trovato una consapevolezza di se stesso che lo aiuterà a crescere ancora. Per me è un campione, vorrei che facesse ancora più gol: è uno degli attaccanti più forti d’Europa. Ma non si deve allontanare dal fronte offensivo: è inutile chiedergli di legare il gioco o di contribuire alla manovra. Secondo me tanti allenatori cambieranno visione sul ruolo delle punte: a volte si chiedono cose che snaturano le caratteristiche dei giocatori“.
Il caso Vlahovic ha qualcosa di vagamente simile alla gestione di Mutu alla Fiorentina, quando Adrian rimase nonostante fosse già un promesso sposo della Roma?
“No, sono due casi diversi. Adrian è rimasto comunque felicemente a Firenze e in quel caso la posizione della società era stata molto chiara: i Della Valle furono bravissimi a resistere prima di affrontare i preliminari di Champions League. Dusan ha un discorso contrattuale in essere e una situazione indefinita, ma sia lui che la Juve non hanno la fretta di decidere adesso“.
Il gioco della Juve la convince?
“Sì, perché ormai il calcio si è evoluto. Mi piace vedere una squadra che cerca di fare un gol in più dell’avversario. Anche se ti chiami Juve devi cercare di proporre un gioco coinvolgente. Non si può più non tenere conto delle esigenze del pubblico, non nella società di oggi“.
I bianconeri stanno soffrendo oltremodo a centrocampo?
“Probabilmente sì. Penso a Koopmeiners, che è la dimostrazione che Gasperini riesca a capire i giocatori, ha la capacità di trovare a tanti il posto perfetto in campo. Senza essere vincolato ad un sistema di gioco. Alla Juve stanno cercando a tutti i costi di dargli un ruolo, ma Teun deve prendersi più responsabilità. Da fuori lo vedo ancora troppo timido: gli serve un po’ di sfrontatezza, ora sta faticando troppo“.
Condivide le critiche, più o meno diffuse tra i tifosi, sul rendimento di Locatelli?
“Assolutamente no. Ma è una tendenza ricorrente quando si parla di giocatori italiani. Anche Di Gregorio è stato massacrato per un errore, ma perché? Pure Gatti e Cambiaso sono spesso nel mirino. Locatelli ha iniziato bene, come gran parte dei compagni, altrimenti la Juve non avrebbe 10 punti dopo 4 partite. Eppure il blocco azzurro serve, eccome, alla Juve: loro meglio di altri possono spiegare il club a chi arriva“.
E ci pensa pure Giorgio Chiellini: di battaglie, in Nazionale, ne avete affrontate tante.
“Chiello per me e per l’Italia avrebbe giocato anche con una frattura. E poi l’ho sempre immaginato dirigente: il campo l’avrebbe limitato, lui ha un’intelligenza rara. Sono sicuro che l’anno scorso, alla Juve della gestione Motta, sia un po’ mancato un dirigente come lui. Ma adesso Giorgio sarà fondamentale per il futuro della Juve“.
A proposito di futuro, è impossibile non pensare ad un giocatore: Kenan Yildiz.
“Ha qualcosa di magico. L’anno scorso non era continuo, ora determina in tutte le partite. Può diventare a breve il giocatore più forte della Serie A: non gli manca nulla per scrivere la storia della Juve. Sicuramente è degno della numero 10 che indossa“.
Chi può prendersi la scena alla Juve quest’anno?
“Adzic: sono rimasto colpito. Fisicamente e tecnicamente è molto avanti e per me ha prospettiva in tanti ruoli tra centrocampo e trequarti. Mi sembra un 2006 pronto per la Juve: ce ne
sono pochissimi. Tudor è meglio che gli trovi un posto. Insomma, sono incuriosito e spero che mi ascolti (ride, ndr)“.
E Tudor? Ha lo spessore per aprire un ciclo a Torino?
“Sì, penso sia l’uomo giusto. La Juve è già squadra in tutto e per tutto, ora deve avere il tempo per lavorare, soprattutto coi nuovi innesti. E poi è arrivato con un vantaggio enorme: conosce
il mondo bianconero in profondità. Il passato lo aiuterà, gli darà la chiave per plasmare il gruppo“.
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