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Juve-Porto, in dubbio Pepe e Jesus Corona

L'allenatore del Porto Sergio Conceiçao, avversario dei bianconeri in Champions questa sera.

Problemi fisici per due calciatori del Porto

redazionejuvenews

Prosegue il tour de force della Juventus, che dopo la roboante vittoria contro la Lazio dovrà riprendere il suo cammino in Champions League. Martedì andrà in scena Juve-Porto all'Allianz Stadium, dove si ripartirà dal 2-1 in favore dei portoghesi dell'andata. Pirlo sta pian piano recuperando parecchi degli infortunati, che erano arrivati ad un numero davvero spaventoso. Per la sfida di Champions, dovrebbe essere nuovamente arruolabile Bonucci e ci sono buone speranze anche per Arthur, rivisto in campo proprio ieri contro la Lazio. Morata sembrerebbe aver archiviato gli acciacchi dovuti al Citomegalovirus: la doppietta messa a segno ieri è sintomo di una forma decisamente recuperata.

Dall'altra parte, Sergio Conceicao non può gioire per le notizie in arrivo dall'infermeria. Durante l'ultimo match, sia Pepe che Jesus Corona sono stati costretti ad abbandonare il campo in anticipo per dei guai fisici. Le condizioni dei due Dragoes andranno rivalutate domani, ma potrebbero essere costretti a dare forfait per la sfida alla Juve. Se le alternative a Corona non mancano, sostituire un totem difensivo come Pepe non sarà certo impresa facile per Conceicao. I bianconeri, che hanno bisogno di segnare almeno un gol senza subirne, sperano nella defezione. Per CR7 sarà sicuramente più semplice scardinare una difesa priva dell'ex compagno, vero leader, difensivo e non, del Porto. Sarà comunque una sfida complicata, contro una squadra che fa della compattezza e della solidità le sue armi migliori. Indipendentemente dagli interpreti, i Dragoes difendono benissimo di reparto. E martedì avranno un preziosissimo vantaggio da difendere. Pirlo dovrà dunque preparare una partita fatta di pazienza e grande attenzione. Non ci sarà spazio per altri errori come quelli dell'andata, che stavolta potrebbero davvero rivelarsi fatali. Cercare il gol sì, ma senza rinunciare all'equilibrio. Gli arrembaggi alla disperata devono restare l'ultima scelta. Quella della disperazione, appunto: degli ultimissimi minuti, qualora il gol non dovesse arrivare prima.

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