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Gentile: “Juventus di Tudor? Non è una squadra partita per…”

In un’intervista rilasciata ai taccuini de La Gazzetta dello Sport Claudio Gentile ha parlato così del recente rendimento offerto dai difensori della Juventus. Di seguito l’intervista completa:

Gentile, nessun difensore della Juventus è stato convocato in nazionale.

“Non mi sembra una grande difesa, il modo di marcare non può dare risultati sorprendenti. Quando penso a come dovevo marcare io e a come si marca oggi, mi viene un po’ di tristezza. Si lascia troppo spazio per le punte, non c’è una marcatura a uomo. Una volta, se il tuo uomo segnava non giocavi la domenica dopo. Era un impegno al 100%”.

 

Oggi ai difensori si chiede altro, non si sottovaluta il puro aspetto difensivo?

“È possibile. Però già nel nostro calcio c’era il terzino fluidificante, non più solo il difensore fisso, ma resistevano le marcature a uomo su certi giocatori. Ricordo Cabrini, che era un terzino anche offensivo però aiutava la squadra”.

 

C’è un difensore della Juventus che le piace in particolare?

“Non ci sono giocatori che mi esaltano, cercano tutti di fare il loro lavoro. Penso che l’allenatore debba lavorare molto sulla fase difensiva, perché se non prendi gol la partita finisce almeno 0-0: poi, se fai gol vinci. È tutto legato a questo, a subire meno gol possibile”.

 

È una mentalità che nasce già dai vivai?

“Sì, nelle giovanili inculcano già la marcatura a zona. Se dovessi allenare ora sarebbe dura per me. Esigerei la marcatura a uomo: dove va l’avversario, vai anche tu”.

 

Bonucci, Barzagli e Chiellini difendevano a zona, però era difficile entrare nella loro area, non lasciavano spazio agli avversari.

“Quello è il segreto. Stando vicino al tuo avversario difficilmente gli permetti di fare qualcosa. Se sei a un metro di distanza e lo marchi così “a occhio”, quando gli arriva la palla può fare tante cose: tirare, scattare. Ma se stai vicino gli è più difficile”.

 

In generale cosa pensa di questo inizio di stagione dei bianconeri di Igor Tudor?

“Purtroppo non si può pretendere molto. Non è una squadra partita per centrare lo scudetto, fatica anche a costruire il gioco a volte. Speriamo che l’allenatore riesca a dare un nuovo cambiamento d’immagine, per essere una squadra veramente di buon livello in difesa e in attacco”.

Edoardo Pettinelli

Classe 1990, giornalista pubblicista dal 2014. Amo questo lavoro da sempre. Da quando seguivo le giovanili del calcio dilettantistico a oggi. Il calcio è decisamente la mia passione.

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