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Galeone: “Allegri ha bisogno di tre innesti. Ronaldo condiziona la squadra..”

Massimiliano Allegri

Il mentore e maestro di Massimiliano Allegri Giovanni Galeone, ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ai quali ha analizzato la nuova Juventus di Massimiliano Allegri e il ritorno del tecnico toscano sulla panchina...

redazionejuvenews

Il mentore e maestro di Massimiliano Allegri Giovanni Galeone, ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ai quali ha analizzato la nuova Juventus di Massimiliano Allegri e il ritorno del tecnico toscano sulla panchina bianconera, lasciata due anni fa e ritrovata dopo le parentesi segnate da Maurizio Sarri, vincitore del nono Scudetto consecutivo per la Juve, e da Andrea Pirlo, che ha conquistato una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana: "Sul mercato l’unica squadra che per ora si muove bene e con chiarezza è il Milan. Dobbiamo aspettare gli sviluppi di acquisti e cessioni, ma in pole position metto Juve e Inter, con la Juve leggermente davanti. Se comprasse Locatelli e Jorginho, vincerebbe lo scudetto con la sigaretta in bocca perché quei due assieme a Rabiot formerebbero un centrocampo eccezionale. Locatelli forse arriverà, Jorginho no di sicuro. Allegri ha bisogno di tre innesti".

"In primis un difensore centrale mancino, perché Chiellini, se rinnoverà il contratto, non garantirà più di 15-20 partite per via dell’età. Poi un centrocampista di regia: do per scontato che comprino Locatelli e credo che si muovano per il ritorno di Pjanic. Infine prenderei un centravanti come Vlahovic, anche se dovesse rimanere Ronaldo. Cristiano garantisce 25-30 gol a campionato, tantissimi, però condiziona la squadra in una certa maniera. Finché hai la difesa imperforabile, con Ronaldo parti sempre da 1-0 e vinci, ma negli ultimi anni la fase difensiva della Juve scricchiolava. Nella stagione di Sarri avevano il 75 per cento di possesso palla, però nell’economia del 25 per cento di non possesso hanno incassato 43 reti, non bene. Sotto questo aspetto la Juve non è stata la solita Juve, anche perché sono state schierate troppe formazioni differenti".

"Jorginho è  stato il miglior giocatore dell’Europeo e merita il Pallone d’oro. Capisce dove è debole l’avversario e proprio lì lo colpisce; allo stesso tempo coglie il suo punto di forza e lo depotenzia. Detta i tempi, gioca in verticale, ha un radar in testa".